L’ora di andare a letto è una cosa che s’interrompe tutto, una frattura insanabile, una dinamica seriale, non c’è seguito e si smette qualsiasi cosa, tutto: a parte i desideri, frantumi smaltati. Il buio di frammenti falsati e bugiardi, irrisolti, il sonno. Non c’è più nulla ed è la morte di tutti i giorni, tutte le sante sere: una faccenda che c’è per abituarsi alla fine per sempre, o mai. Se poi domani ti svegli è una rinascita, c’è il sole o piove, c’è grigio, c’è verde o azzurrino – ci si sente domani.
Forse, dipende, semmai, non lo so.