il manovratore l’ho conosciuto al bar che elencava il cabreo la raccolta dei privilegi e delle prerogative dei monarchi castigliani poi catasto di beni feudali da caput breve ‘sommario’ di quelli che andavano in giro in cabriolet a copertura a soffietto da qui anche assegno scoperto o il cappello femminile chiuso sotto il mento da lunghi nastri da cabrioler ‘far capriole’ “veicolo saltellante” insomma da subito un cacacazzo assillante e insopportabile tutti gli astanti definibili già dal 1739 perché anno in cui nasce l’esigenza dell’uso della parola cacadubbi per definire quelli sempre indecisi e titubanti data questa che dovrebbe essere il vero anno d’inizio della modernità. comunque la cacaiola cioè la diarrea che fa venire a tutti una gran paura aumenta come la mia per quelle calze che ricadono bracaloni sulle caviglie perché non aderenti al polpaccio ma fortunatamente al bar c’è sempre un cacamillesimo che abbassa volumi perché cautamente eccessivo nell’esprimere opinioni anche perché il novanta percento delle volte è un cacanidio l’ultimo nato di una covata di uccelli il cacao nel caffè è sempre meno ma rispetto la scelta del proprietario di difendere tutto quello che proviene dall’amazzonia infatti è membro dei fanatici protettori degli alberi con foglie grandi fiori piccoli bianchi o rosei e frutti a bacca ovoidale ricchi di alcaloidi specialmente la teobromina e caffeina ad azione cardiotonica e diuretica dall’azteco cacahuatl infatti subito dopo il caffè e prima di fumare vado in bagno il rivestimento in ceramica del cacatoio fa rimbalzare i cacasangue le imprecazioni ti venisse la dissenteria ecc!
nelle discussioni alla fine c’è il cacasenno il saccente saputello caca sentenze che di solito è anche un cacasodo uno dal portamento esageratamente sostenuto accompagnato da un cacasotto e anche cacastecchi (spilorcio anche nell’esprimersi o lavorare) il cacatoio ha sempre piscio a terra e la foto del cacatua dell’oceania