DON TRICOMI di Francesco Gambaro

Don Tricomi fu professore a me, negli anni liceali del Don Bosco. Di lui ricordo la tunica oleosa brillantata di forfora, le parole nevvero e negletto, e l’abitudine di prendermi a braccetto quando doveva rimproverarmi il mio cattivo latino. Per Don Tricomi, per il bene che gli voglio nei secoli dei secoli, ho tradotto dal latino, nel mio italiano cattivo, un verso del Cantico dei Cantici, in odio a quel diavolo passatista di Cesare Angelini. Introduxit me rex in cellaria sua – Il Re mi fotte nella sua fica.

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