LA CIGARETTE
Sì, questo mondo è davvero piatto e quanto all’altro, frottole.
Rassegnato, senza speranza io vado alla mia sorte
E per ammazzare il tempo, in attesa della morte,
fumo in faccia agli dèi le mie fini sigarette.
Su, lottate, o viventi, poveri scheletri futuri.
In quanto a me, l’azzurro meandro che s’attorciglia verso il cielo
Mi tuffa in un’estasi infinita e m’addormenta
Come ai morenti effluvi di mille bruciaprofumi.
Ed entro nel paradiso fiorito di limpidi sogni
Dove si vedono, confusi in fantastici valzer,
Degli elefanti in foia e stuoli di zanzare.
E poi, quando mi desto pensando ai miei versi,
Io contemplo, col cuore pieno d’una dolce gioia,
Il mio caro pollice arrostito come un cosciotto d’oca.