Anche se Peter Cameron ha scritto il contrario*, sa perfettamente che non riceverà mai alcun beneficio dall’avere provato dolore. Ha solo sostenuto una falsità piuttosto musicale, e, credo, anche redditizia. Il dolore è dolore e non avrà mai effetti rieducativi tranne che nel suo aspetto intrinseco = nessuno vorrà ripeterne l’esperienza; per il resto sarà solo manifestazione della sua inutilità. Tra 150 anni, a Skibotn, un cane da riporto fiuterà due millimetri di osso distale di un anulare destro e passerà oltre. Non modificherà di una virgola la sua percezione del mondo, né cambierà quella del suo padrone che altrettanto improbabilmente ne riconoscerà la provenienza biologica o se ne preoccuperà. I due continueranno tranquillamente a cacciare beccacce. Nonostante il freddo pungente. E il vento che impedisce all’uomo di accendersi la quinta sigaretta.
* Un giorno questo dolore ti sarà utile, ADELPHI