come le voci nel baraccone delle fiere
il mare quando si hanno orecchie piccole …
le dodici corna del cervo barasinga fatte dalle sei mogli di barbablù una ferita nel barbacane dove lo spessore del muro permette lo scolo delle acque ed il pianto col russare del barbagianni facendo scappare i topi mentre preparo latte e cioccolata calda per tutti una barbugliata pure per tutti i barbanera che sono soliti fare previsioni sballate
e quando un barbastello mi passa sopra la testa cercando sangue altrove inciampo in una barbicaia succhia aria il gruppo di radici a fior di terra e i barbigi tagliati male dal barbitonsore che non ha mai visto un miliziano barbudo di fidel
un barbogio mezzo anziano mezzo rimbambito
noioso e brontolone fa rinvigorire la barbusa di verde col muschio i muri dove il bardassa giovane omosessuale tutto bardato si prostituisce camminando sul bardiglio grigio azzurro marmoreo delle alpi apuane cantando in bardo antico la guerra poeta esaltando la stirpe religiosa e politica o le tradizioni del popolo bevendo bardolino doc sul lago di garda da animale da soma bardotto sempre sterile incrociando un’asina con un cavallo molto più simile al cavallo di quanto non lo sia il mulo dall’incrocio di una cavalla con un asino del giovane apprendista di bottega che non ha ancora raggiunto la professionalità a osso nudo il computer
barebone suggerisce di andare verso la barella leggera per trasportare malati feriti o morti col sostegno d’ immagini sacre in processione il volontario barellante dedito ai malati sui treni diretti ai grandi santuari.
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