Genbraio 1.6.
Rieccoli!!! Là, alla mia sinistra! In ombra, sotto i cappellacci neri, i tre visi contratti in una identica, paonazza smorfia di muta rabbia. Corrono fianco a fianco dietro le bocche piene di piombo dei loro fucili spianati verso di me già fuori tiro. Torvamente ingobbiti dai pesanti cappotti grigiastri più che uomini sembrano lupi. Non di rado, sabbie soccorrevoli ne inghiottono uno. Passano lunghi, speranzosi minuti, poi, immancabilmente, costui riemerge in superficie tossendo e scaracchiando a destra e a manca con una tale furia che pare che stia lìlì per sputare anche l’anima e una volta e per tutte togliersi di torno e… invece… invece, dopo essersi scrollato di dosso con delle mirate manate la sabbia, eccolo, fresco e tenero come una rosa appena sbocciata, di nuovo a lato dei compari… All’improvviso davanti a me, anzi, ovunque getti lo sguardo, d’una vastità a dir poco disarmante, l’ondosa superficie marina! Tartaglio trequattrocinque parole incomprensibili (o irriferibili?) e, continuando a correre per non perdere lo slancio necessario, mi tuffo là dove il blu aspira a diventare ancora più blu… Non ho nemmeno trattenuto il fiato. Ma poiché non avverto il bisogno di tornare a galla per respirare, ora come ora dubito persino d’avere mai avuto questa esigenza fisiologica. Perciò nuoterò sottacqua finché le forze non m’abbandoneranno… Nel mentre, a centinaia i proiettili sciamano ronzando come vespe inferocite tutt’attorno alla mia sfuggente sagoma distorta dall’acqua e si schiantano con molli plof plof plof nel fondo marino con il vantaggiosissimo risultato di sollevare spesse cortine di melma mucillaginosa… Di tanto in tanto, sebbene a queste profondità vengano storpiate, riesco a captare le voci arrochite dall’odio dei miei persecutori… Nascosto in mezzo ad una lussureggiante prateria di posidonie ondeggianti ad ogni aggraziato sfarfallio delle pinne natatorie e per i continui colpi stabilizzanti della flessuosa coda di un bel rossosangue, me ne sto chetocheto avendo cura di soffocare sul nascere i frizzi argentati delle mille bollicine che fuoriescono eccitate dalle mie labbra bargigliute…