BISOGNO DI VOLARE

Avevo bisogno di volare, oggi. Avevo bisogno di girare tra le nuvole agitate dal vento. Lasciarmi trasportare dalla scia degli uccelli e gettarmi in picchiata nel mare. Perché i giorni non sono che copie sbiadite di giorni e il vento è l’unica cosa vibrante che possa cambiarne l’aspetto. Freddo, dentro, Grigio forse Nero, fuori, invece, l’azzurro brilla tra i ciuffi scomposti dei nembi. Il verde invece è spento, estenuato dall’arsura estiva. E il  mare con le sue chiazze turchesi, le secche e le creste vivacemente bianche delle onde oggi mi dà il senso della luce come nient’altro. Avevo bisogno di volare, di incontrare i gabbiani e nascondermi tra le loro ali, di giocarci a nascondino. Di fingermi un folletto, ecco di cosa avevo bisogno, di uscire da me e guardarmi dal di fuori, di vedere chi sono, riconoscermi e scherzare con me come se io fossi  qualcun altro. Avevo bisogno di volare, oggi, ma la terra appena bagnata rende impossibile potersi alzare in volo. E’ una calamita. E non c’è niente che possa disattivare il suo potere assoluto. Neanche i più forti dei folletti, neanche loro, riescono a portarmi via se respiro troppo a fondo il suo odore. Volevo che arrivasse il vento e mi portasse via. Che mi strappasse dal suolo, mi scomponesse, mi strattonasse e si impossessasse di me. Come avrei voluto volare oggi, in questa luce vitrea e acquosa. Sentire addosso le gocce di cielo passando tra le nuvole.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

IL VESTITO BIZANTINO – 63
Voce lurida essere nell’àncora Dove il via libera è vita vieta Trasloco giammai in un altro Fato. Domenicale la rosa Read more.
C’E’ UNA CASSETTA
c’è una cassetta, le parole dei vari brani sono state effettivamente pronunciate. anche se. come pronunciare direttamente i nomi?, le Read more.
un teatro (VII): badisco-mogadiscio-bagdad
una sentenza d’orizzonte, misurata con severità di sguardo, con parsimonia d’espressione, con disinvolta noncuranza rivolta ai massi estremi e deserti Read more.
HOLER MULLI
Erroneamente scambiamo un colpo di tosse per due bambini che danno fuoco a un emporio (perché il rumore è lo Read more.
FINE DELLE TRASMISSIONI (SIGLA)
L’ora di andare a letto è una cosa che s’interrompe tutto, una frattura insanabile, una dinamica seriale, non c’è seguito Read more.
DANCING&DANCING
Siamo quelle della Dancing&Dancing quelle che quando ci dicono “ballate” spalanchiamo le vetrate al terzo piano della nostra scuola di Read more.
SETTEMBRATA (10)
Cercando l’essenza dell’estate ho trovato un biglietto ingiallito da gocce di caffè disidratate. Sopra c’era scritto ‘ti amo’ con la Read more.
INFOCA IL CONDOMINIO
L’idea fu del reduce del quarto piano della scala H, ufficiale che si era distinto tra le fila del Regio Read more.
da I GIORNI QUANTI (98)
Un attore prende fuoco in scena. La gente applaude. Due attori prendono fuoco in scena ma poi si buttano nella Read more.