BOMBAGIA

Visto che mi è impossibile mostrarvelo, proverò a descriverlo: si tratta di un molosso di tre anni, corto e tozzo, nero focato, sbilenco di un’anca. Un animale delizioso ma dalla vita breve. Alle cinque di questo stesso giorno infatti verrà investito da un furgone e serviranno a niente le cure del padrone e il pronto soccorso veterinario. Spirerà durante il mio personale intervento. Al forno crematorio poi – durante un giro di stravecchio – racconteranno che anche il cane sogna, proprio come l’uomo nei minuti successivi alla morte. Liberi di non crederci, sosterrà convinta una signora. Voi non credeteci. Non c’è alcuna immagine finale che l’animale ha visto scorrere, né esiste alcun flash terminale.  Il padroncino tanto amato non compare, né è riapparsa la salumeria che i due frequentavano ogni giorno, vi assicuro: scorgo invece un’aurora boreale e un gomitolo di lana che si dipana verso la piazza del Senato di Helsinki. Una topografia talmente esatta che la bestiola non può immaginare tranne non ci sia stata. E questo non mi risulta. In merito all’aurora poi, più improbabile che mai: io non sono mai andato oltre sessanta gradi di latitudine nord.

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