CARTA INGIENICA di Francesco Gambaro

Certe volte la carta gienica, se la osservate prima di cestinarla, ha la consistenza, i colori, il sapore di quello che avete mangiato. Ovvero, la consistenza i colori il sapore e magari un pelo di baffo, del tovagliolo appena riposato sulle vostre sinistre o destre o ginocchie. Esempio classico, nel giornodopo di una abbuffata di pasta con le seppie. Anche, certe volte, vedete tra le vostre dita questo piatto di carta quadrata da gran gourmet, rosato di arancione con punte a spillo rossopomodorino e tridimensionali con contorno vivo di fogliette di basilico verdeintonso. O, talaltra volta, giallo languido di tisana al semolino che precede il vuoto di una seconda strisciata gienica in cui il bianco, rimasto bianco, riempie di paura i vostri occhi come un polpettone. Davvero, stare attenti a questi momenti di confusione, di ritorno di fame.

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