PERDONO

Le altre stanze non hanno un nome perché sono piccole e insignificanti. Questa invece è immensa, sembra una piazza, anzi una vasta pianura, tanto è grande. Questa stanza sì che ha un nome. Un nome forte e chiaro; e se lo merita tutto. È piena di nervi, di frasi future, …

HEGEL

Gatto adagiato sul letto. Poca luce. Sta leggendo Hegel. Dentro questa bottiglia una colonia di mosconi ha fatto il nido e produce un rumore collettivo che gratta come una bestemmia. Gatto volta pagina. Brillando nella notte, le lucine degli stand by. Brillando nella notte, i solchi di un’impronta digitale. Dentro …

SE PIANGE

  Il Capo ci guida a colpi di pianto. Se piange, bisogna fare qualcosa. Se smette di piangere, vuol dire che quella cosa va bene e si deve continuare. Se invece riprende a piangere vuol dire che bisogna fare altro, provare una cosa o quell’altra, a tentoni. Oppure il Capo …

VINSANTO

Questa sedia è fatta di onde marine. Le molecole di questo tavolo non sono che vibrazioni sonore. Questo bicchiere è in solido pelo di gatto. Verso nel bicchiere un dito di vinsanto, ma nessuno lo beve.

MILLECHIODI

Vorrei staccarmi da questo muro ma non ci riesco. Se qualcuno potesse aiutarmi, sono stanco oramai. Mi tengono incollato con la Millechiodi. Sto fisso, a testa in giù, almeno da una settimana. Forse da qualche anno. Non so dirlo di preciso da quando, però è da tanto, troppissimo tempo che …

CIAO

Volevamo fermare il tempo, ma desideravamo il futuro. Che giunse, coronato di spine come un crocifisso barocco. Assistemmo distratti alla conferenza sul degrado ambientale. Annoiatissimi, partecipammo alle elezioni votando i peggiori. Ascoltammo con crescente indolenza i nuovi applausi alle guerre. Allora scuotemmo la povere dalle nostre zampe, rimettemmo in fretta …

SACRIFICIO

Era un armadio enorme, antico, pieno di un buio che sembrava invitarti a entrare. Vieni ad assaggiare i miei odori, sono impregnato di mani, cosce, glutei, pupille. In un lento viavai, come placida fuliggine, il buio ondeggiava, poi usciva e rientrava nell’armadio spandendo a spaglio il suo nero di seppia …

CINEMA MUTO

Bruciare la luce era il nostro compito precipuo. Nostro dovere era poi spazzare via ogni residuo di luce carbonizzata, lasciare tutto pulito, terso. Se il tempo è l’immagine mobile dell’eternità, cioè il suo cinema muto, non ci restava che dare fuoco. Bruciare la luce. Bruciare.

FICTION

Gli attori di questa fiction si muovono a caso, ballano come muli, scorreggiano col culo rivolto alla telecamera, le donne si alzano la gonna per mostrare le mutandine. Uno sputa per terra. Uno bestemmia. Fanno cose sfocate, gesti rubicondi, gracchiamenti, si prendono a pugni senza ragione. Poi tirano fuori la …