INTERPELLANZE

Quale dei suoi futuri vuoi assaggiare? Vuoi smetterla di telefonarmi quei tuoi ricordi cocciuti? Vuoi un cioccolatino fondente al liquore? Qui incalzano sedie a rotelle e piccoli squarci di. Potrei usare il tuo perforatore di atomi celesti? Offrimi una montagna mobile o un bicchiere di liquido ontologico. O una ciliegia …

LA CITTA’

  Piatta e incipriata di cenere, sterminata, fragrante di nafta e di ozono, la città si irradiava per tutto il pianeta come la pelle di un grosso mammifero addormentato nella preistoria. Quando si rese conto di esistere, la città dapprima negò fermamente. Poi tentò la fuga. Poi si arrese all’evidenza …

BAMBOLA DI MAIOLICA

Una bambola di maiolica, pallida e gigantesca, siede a gambe larghe sul divano di velluto nottambulo e punta i suoi occhi fasulli sul mondo. Tic tac fanno i suoi occhi fasulli e la sua testa, girando a scatti, ricorda i moti di una cocorita o di un orologio tirolese. La …

IL MIO BIS-CUGINO

  Qui si parla di carcere. Fa un caldo abissale. A un certo punto uno entra in questo carcere e già la storia si ingarbuglia perché non si capisce se chi entra è un carcerato o una guardia carceraria. Forse sono la stessa persona, guardia e carcerato. Per esempio, una …

STORIA DELL’INESISTENZA

“Storia dell’Inesistenza” è il titolo di un poderoso volumazzo di autore anonimo pubblicato a Torino nel 1837, lo stesso anno in cui l’astronomo John Herschel, perso in tutt’altri luoghi del pianeta, scopriva nei pressi del Cane Maggiore la galassia a spirale NGC 2280 distante dalla Via Lattea circa 39 milioni …

PRIMAVERA

Spaccato da violente discromie, il tramonto sul Lagazuoi si apre e si chiude a intermittenze secolari, a fuochi lenti da grandangolo impazzito. Pensa a quante irritanti spinature, briciole di grissini sotto la maglia, pizzicotti, ansie vespertine nascoste nel cruscotto della Ford. Un essere multiplo, entità poliencefalica, traccia una enorme esse …

IL TERZO DITO

Settanta settenari tutti d’un fiato mi son bevuto. Ho indossato scarpe da ballo e via. Mentre volavo, ecco il primo dito. Apparteneva a un poeta etiope morto da duemila anni. Ho bevuto tre senari doppi e un endecasillabo sdrucciolo. Ed ecco il secondo dito, quello della ragazza che la sera …

CAPIRE LA CANZONE

Più sono decrepiti asmatici pieni di verruche più si lanciano in danze forsennate pestando con i piedi il pavimento, più sono rugosi calvi scabbiosi panciuti rachitici cianotici più ballano con forza fuori tempo con braccia altolevate occhi tondi da lemuri picchiando con forza coi tacchi come schiacciando ipertempi iperluoghi scarafaggi, …

UNA DOLOMIA VOLANTE

Quando comparve e non si mosse più da lì, in sostanza nel paese cambiò poco, perché la gente si abituò senza troppi problemi a quel tanto di ombra in più che copriva la piazza come una vastissima palpebra. Andavano e venivano a testa bassa, veloci, avvizziti, qualcuno con l’ombrello. Non …

GRAN FESTA PER TUTTI

  Quando ancora percepivamo attraverso i sensi, ne avevamo almeno cinque e uno di questi era il tatto. Cioè. È difficile spiegare cosa fosse, ma insomma, in sostanza per entrare in contatto con un oggetto qualsiasi lo si poteva “toccare” sfiorandolo con un frammento della propria pelle (solitamente le dita). …