da RAPSODIE (10)

sorride i suoi bottoni septici fiaccolano, leccando sorgenti omofone di silenzio scissile onde tattili, puntiformi

da RAPSODIE (9)

fragili e feriti, filamenti su occhi entimemici   nihil novi   metessi sfigmica e fogli di sileni irritati nabissano martelli illesi

da RAPSODIE (8)

clivaggio aforico di rilievi elementari ruvidi, assuccati a magmi omeomorfi immersi e flessi in C4H9NO2

da RAPSODIE (7)

mazhar, satellite entozoo, eroso nel respiro dello sfondo tabico strilla un possibile elastico d’urti asterici e scheletri simulati, illesi

da RAPSODIE (6)

astaroth piange organi impuri, densi di carburante emetico   croste   sigilli immobili di una mano eterna

THANATEROS

picchiano stonate   erme bifrontali profuse pregne d’enzimi collassano in flogosi saettate   imprecise, correndo mi hanno guardata

da RAPSODIE (5)

Enoch respira il mio respiro, mi ha graffiata ancora. Sciogliendomi in scintille e rumori, prismi cicloptici di pulsazione adefaga, oscilla intervalli cronici, endogeni. Spine e turbe simulate leccano, poi amputano, le vibrazioni e i loro involucri. Chiudo gli occhi, ti vedo morire, tutto viene escluso.

da RAPSODIE (4)

Mani e righe catturate da riflessi e nodi, senza scioglierli.. i ricordi essenziali muoiono durante i viaggi. La guardo. Sta dormendo. Soffia senza ritmo mentre tutto, intorno, si lascia spostare lentamente. Ogni linea, tutte le ombre sottili, si tagliano penetrando la fine degli incroci. Mi accosto ai lampioni, modellata sugli …

da RAPSODIE (3)

Ho perdonato la giustizia, la tolleranza.   Trasporto graffi allotropici, avventure incise con pece e simboli anidri (sabbia, lacune, un Orisha mortale).   Cnidociglio, sentiero prolungato fra planimetrie soteriologiche – dravya, guṇa, karma – sfuma flegma, una confessione.   Mi accarezza un soffio estroflesso, flosgenico, intriso d’umor vitreo e bile, …

da RAPSODIE

…e mentre rimani inconsistente a vivere lo lasci scivolare. sospiri intorno, cerchi di incollarti a qualche elemento. (un oggetto, un dettaglio) Cerchi un rumore che ti riporti (in)stabile nei bordi, una percezione che possa sentire le mani e che stabilisca l’appartenza a un contesto che non sai più distinguere. I …