da RAPSODIE

Quando ero molto piccola alcune volte dormivo con i miei genitori: avevo paura di svegliarmi, un giorno, e trovare intorno a me soltanto i loro scheletri. / guardavo le mie mani sopra e intorno fioriscono pietre, onde ruvide, scissure di cielo limpido. nel cielo limpido, sciolta una sostanza nera d’acqua …

EUPNEA

digramma allofono, coriandoli e miscela di matrici di trasformazione: coppia minima simplettica, cenere e dendriti residui poi ancora un respiro e le mie mani. asterismi apparenti

DISPNEA

diluisco gli esserti   puoi nascere anfotero: rovesciarti sull’erba e proiettare le nuvole, apparire nella nebbia.   omeomerie ergodiche, vuoto

APNEA

ti sciolgo sul viso vibrando dalle labbra epicicli osfori   profilo ad evolvente profilo d’istante.   filtri iperreali: floema, sussuri, polsi

TANATOSI

spirilli apotropaici e vesciche aptere contuse in timbri eupneutici sostengono le mie mani, gli ommatidi di Aion, le fimbrie di Svrt e filtrano una neanide d’eggregora: la gemma biomica di Ahriman, eccezione fra stipole cromatofore

DISFRENIA

azygos s’incendia, diruggina idrope particolato gonadi iperplasiche imitano vuoti irritati e sorgenti intenzionali dilatano pilei, eritrociti, incudini, elepoli, archi riflessi. Piove la sera, polline.

14 e 15

a ■ 44bpm, malinconico a piacere INT. CASA – NOTTE […] ■ (più dolce) Annarè, due minuti, così. Ormai ci siamo accaduti accanto. Cadevo dall’altra parte, scivolando sull’armonia di Blondel, attraverso un arco, su un pianeta di nebbia, densa, blu Čerenkov, carica di tutta la tensione della distanza, ■ (CONT.) …