Portami a ballare un finale diverso (4)

Dago era il dispregiativo con cui negli USA, a fine Ottocento, chiamavano i migranti siciliani, venivano considerati una specie di negroidi. In Louisiana piove sempre e sul continente di carta incombe ancora una maledizione terribilmente punk. E tu c’hai chiamato il cane? Va bene, ho capito! Lasciamo perdere. Non è …

Portami a ballare un finale diverso (3)

Idromania, non si parla d’altro. Portami con te quando sarà il momento, i cancelli sono sprovvisti di tornelli e nessuno si accorgerà di me (te lo prometto). La prossima Pasqua saremo tutti pronti per uscire e imbellettati a modino, percorreremo ordinatamente il lungo corridoio illuminato a giorno e quando finirà, …

Portami a ballare un finale diverso (2)

Nonostante Radio Roma Unita lanci violente notizie sulla banchina e tra gli avventori il lino bianco vada per la maggiore; mentre i latinos sono in soprannumero e i bangla seguono a breve distanza, c’è anche qualche autoctono sparuto. A me due spritz mi manderebbero alle cozze, dici tu. Non è …

Portami a ballare un finale diverso (1)

Il viaggio è cominciato in salita, la metro tarda e la testa duole. Se devi passare passa, è inutile che mi ti appicchi al culo. Lo spazio è questo facciamocelo bastare. Un profumo di pulito mi accoglie nel convoglio, solo posti in piedi. Con lunghi e discreti respiri cerco di …

SETTEMBRATA (12)

Garriscono al vento con frastuono assordante, le bandiere delle convinzioni scivolate via con gli anni. Non resta che un vestito a fiori che segue il ritmo del vento con profilo di naso aquilino, che no, non valorizza un viso già provato dalle preoccupazioni. Se solo la scollatura facesse intravedere un …

SETTEMBRATA (11)

Te lo darei in faccia quel ventaglio di merda, utile solo a coprire i segni dell’acne che non ti danno tregua e che mi sventoli davanti con volto di vecchia aristocratica indolente. Il pizzo della canottiera non basta a distrarmi dal fastidio che ti lascia un ghiacciolo sciolto in mano. …

SETTEMBRATA (10)

Cercando l’essenza dell’estate ho trovato un biglietto ingiallito da gocce di caffè disidratate. Sopra c’era scritto ‘ti amo’ con la tua inconfondibile grafia. Rileggerlo mi ha riportato a immagini lontane di nudità inaudita, sensualità estrema, combaciamento. La sensazione di sudore dei corpi che scivolano l’uno contro l’altro e l’odore degli …

SETTEMBRATA (9)

Dopo ventitré anni mi hai parlato per la prima volta di carri armati blu scuro, di un mare sinistro (o sulla sinistra) e braccia e gambe avvinghiate. Avevo rimosso quell’odore acre dai ricordi, tenendo solo le scie bianche da tutte le parti. Rivendico tutto ciò che è stato, mi dicesti, …

SETTEMBRATA (8)

Chi si salverà? Mi chiedevi ossessivamente ogni mattina. Non sapevo risponderti, anima senza spirito. E non sono in grado di farlo nemmeno adesso, nonostante gli anni luce passati. Non so se davvero ce l’ho fatta, sicuramente ci ho provato. A me una sentenza di assoluzione starebbe bene, anche se non …

SETTEMBRATA (7)

Quando abbiamo oltrepassato il limite eravamo giovani e sprovveduti. Al centro di un salotto dipinto in ocra, proprio davanti al bagno, mi hai chiesto di sposarti. Quella notte stessa, le fate dell’inconscio cominciarono a venirmi a fare visita. Scelsero la zona onirica, più sicura per loro, meno evasiva per me. …