(MINIMAMENTE PROSSIMA)

Minimamente prossima, la fine Precede inciampa sopravanza, Tale per uso tacito s’accampa ai margini Dei mercatini rionali di qualche speranza

(S’INTRECCIAVA)

Al piano Croce col primo sole S’intrecciava la palma l’ulivo il rosmarino, Verso sera scolorava sangue e viole, Come un’eco l’osanna del mattino.

(RESTO)

Forse una notte muoio, ma non posso consentirlo del tutto, un poco (poco poco) [resto vivo forse, un anticchia appena, resto, ridotto all’osso, mi appoggio mi assopisco al corpo dell’ulivo.

(DISEGNI)

Le cartoline della Messina dei primi del Novecento Mostrano a volte verità di noi stessi Inconsuete, di cui nessuno fa conto Ormai, una città un porto disegni Non nitidi ma severi ed eleganti Della vita e della bellezza perdute, Dopo le fauci della terra aperte, Verso giornate o vite decadute, …

(ARRESO)

Sant’Elia, le Rocche, la Traversa, Vi punge l’aria fine dell’inverno, Peppino tra una salita una discesa Nel sole di febbraio teso, arreso Al peso dell’eterno.

(CONTRADE)

S’eleva calcarea la luce, da un pertugio Il mare delle vigne alla collina Aspro di mosto apre, ancora indugio, Appena sopra il sale, alla marina.

(BREVE E FORSE COMICA ISCRIZIONE)

Farsi improvviso del silenzio, in forza di un’astrazione, ma vicina vicina, la detta [anima e, certo certo, ancora prossima agli umori che nel [passo poco fuori della contrada abitata, stradella, [carrareccia s’intrecciano, nulla a che vedere con lo spirito – del tempo, della storia, per non andare in alto, in …

(SOLCHI)

Si osano i solchi della fonda terra, Segni del sangue della vita intera, Residui di una tregua in questa guerra, La strada del rifugio appena è sera.

(A MARGINE)

A margine freddamente si tratteggia La parola che c’è, il finto foglio, La rinuncia schizzata, in una scheggia Di estremo anacoretico cartiglio.

(SCOPERTE)

Scoprimmo d’estate il prima il dopo di un evento, Rimorchio, circo e capocomico, nel paese, Divertimento, assurdo, scena e sgomento, Ex-sfollati da Messina, più o meno per un mese