POEMA DEL FUOCO
Teste code: serpenti dell’armonia artificiale. Al loro passare fusioni di colori, brivido fra le corde [che getta] in subbuglio carni e menti. Negata la ragione. Concessa la voluttà.
Teste code: serpenti dell’armonia artificiale. Al loro passare fusioni di colori, brivido fra le corde [che getta] in subbuglio carni e menti. Negata la ragione. Concessa la voluttà.
Morte naturale – Violenta. Morte auto-indotta [Suicidio] Morte assistita [tecnologia, medico curante] Morte interiore [depresso, mistico, dipendente, operaio] Morte intellettuale [consumatore] Morte della Morte [Pietra Filosofale] Non essere del Non Più Non essere del Non Ancora Quasi-niente dell’Adesso.
Una parola può direzionare lo sguardo, cieca, brancola nel buio. La strada tracciata è un serpente senza testa né coda. Solo la polvere si alza, segno di una impenetrabile immobilità.
Le fiamme parlano, senza conoscenza sono in movimento. Non dipende dal contatto, ma dalla reciproca vista di un cuore che scalda una lingua. Danza, corre, cerca l’altezza. Le punte sono tre, il centro è solo ma vibra.
Di fronte lo specchio la lingua resta inerte. Il linguaggio è intermittente. – Produzione – Comprensione – Insalata di parole – Schizofasia pronunciata con ripetizione automatica preservata. Parole passpartout? Punteggio ai limiti della norma. La parola è sbarrata.
Apre le braccia: la sedia non segue il movimento delle mani. Il letto, bianco, mai usato. Apre le orbite: palpebra, pupilla che raccoglie tutto dentro di sé. “Dove sei?” Un fantasma sorregge il suo movimento. “Questa sciarpa non potrò metterla. Non posso sopravvivere.” Richiede una prova della presenza.