un teatro (X): sulle cime di certi ghiacciai estinti

si danno per certi alcuni fatti, come quella volta che si andava a toccare la neve al mare, era gennaio o quasi, ogni cosa era bianca, come al solito, ma diversa dal solito: non del bianco della luce o della sabbia o della roccia sotto e intorno ai piedi, ma …

un teatro (IX): qualcuno lo riconosce

un uomo percorre una strada, è a piedi, il sentiero diventa sempre più stretto, fino a sparire: ci sono rocce, si vede un torrente, poi cambia l’inquadratura e ogni discorso si sviluppa lungo una falesia, a piombo sul mare: una torre del sasso, alcune piante aspre e spine e spine …

un teatro (VIII): un abitato di universi in silenzio

osserviamo le rovine, i grandi palazzi un tempo eretti, oggi non più alti di una mano, così prossimi al livello dell’erba, così vicini ai vermi, alle formiche, ai ragni, così descritti come altissimi un tempo e così segnati oggi dalle tracce di alcune fondamenta, percepiamo il valore degli incendi e …

un teatro (VII): badisco-mogadiscio-bagdad

una sentenza d’orizzonte, misurata con severità di sguardo, con parsimonia d’espressione, con disinvolta noncuranza rivolta ai massi estremi e deserti immersivi dove si può pensare che la costa dipani piana, precisa, ferma e lenta, una piaga di pianura, un servizio spento, uno schermo, invece una postilla e si può notare …

un teatro (VI): attraversiamo un corridoio di pini bandiera

attraversiamo un corridoio di pini bandiera, beviamo un tè di montagna, la foschia è sulle cose, le cose sono nella foschia, c’è del ghiaccio da qualche parte e un po’ di neve e terra di montagna e attraversiamo un corridoio di pini bandiera e ogni cosa si apre e scompare …

Un teatro V: una linea che insiste nel silenzio

attraversiamo una strada di nebbia, il paesaggio è bianco-luce acceso, tutto intorno è una linea che appare e scompare a ogni passo, attraversiamo una città ripresa nel sonno, si anticipano i momenti di vita nei suoni che poi spariranno, una volpe, qualche gabbiano, tigri dai denti a sciabola, alcune carte …

Un teatro IV: attraversiamo acquedotti di luce

torniamo verso il posto da cui siamo venuti, le luci si abbassano e siamo stesi nel buio senza più le braccia e le mani e i piedi che ruotano in aria, attraversiamo un parco con degli acquedotti di luce, ritroviamo i gatti sui termosifoni, raccogliamo pale di fico d’india al …

un teatro (II): occhiazzi

riguardiamo delle foto di alcuni giorni a firenze; quello che arriva è la nebbia che percorre poche forme appena accennate, forse alberi o parole. sembra campagna fuori città e potrebbe essere ovunque. scegliamo firenze come luogo in cui inquadrare le foto, poi ricominciamo a segnare messaggi, tracce, indizi di qualcosa …

Un teatro (I)

piacque, né più né meno, come uno scavo o una tibia frantumata; le cose avevano un odore di bruciato che pizzicava i corpi, nessun paragone era possibile. le cose avrebbero avuto ancora un odore di bruciato: un sole esploso, pochi rottami lanciati ovunque, qualche chiodo, per meglio addensare la presa …

CATEGORIE ESTETICHE XII: UN FONEMA CONTRO L’IDEA

nella terra delle forme inaccessibili, si mostrano costanti le ossa, le piume disidratate, ora distese friabili, giovani fossili distillati al suolo, segnati forse dalla possibilità dell’altro, dove nell’accumulo si formano luoghi e case e sentieri di fortuna. nella terra delle forme indecifrabili, solo radure e margini di rosso: M. ha …