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Sì, ma lentamente: narrates his relationship through a sculpture. Un poema, certo, ancora selvaggio, inaudito, spensierato, soprattutto vis à vis: the poem’s title has been noted already. Stampati presso l’ecosistema della sezione speciale, a Montréal, nel Quebec, era il maggio del Settantaquattro, ma forse l’anima dei morti si affaccia nel bisogno …

S.

Suoi gesti elettrici incorniciano con fermezza l’acqua, immobili e intangibili madri di un infinito inorganico, giovani o vecchi ricordi traditi dalla trasformazione degli spazi, battaglie impossibili avvolte attorno al concetto di oblio, fragili voci meccaniche passano da uno spazio all’altro, consonanti ripetute all’estremo si aprono vocaliche, oggettivismi digitali sopravvivono senza …

LUCE MARINA

Le case che ho abitato, diceva, erano in vie prestate a nomi votati a rivoluzioni minori: un martire sulla rocca, dietro la porta alle mura megalitiche, un socialista assassinato in un incrocio tra un fiume Sand Creek qualunque e una croce al prato, eccentrici prosatori di capitelli e campanili, monili …

N.

A collorotto, continuava, ma con saggezza d’ascia, maestro d’inverni inauditi, raccolti in un libro emarginato, lanciato nell’esilio, scucito da una lastra d’oceano un sabato sera o in una già nascente domenica. Arbitrario e isolato, coniugava verbi senza corredo alcuno e insultava i passanti: non governare l’uomo, subito annuiva alle sue …

K

In definitiva, andando avanti, nulla gli sembrava eterno: “Perché non iniziare dal secondo paragrafo?”. K., di tutto compiutosi pietra o telaio, maestro di piante senza bordo, commentava: eleganza era disperdere ogni cosa, forma o tessuto, senza riguardo. Alcuni ladri, inaugurati alla sartoria, conducevano inutili e ripetitive parole. Ai luoghi restava …

STRIDE

stride. nelle mani avevamo cenere. questa prospettiva di animali senza tregua: prove, sonagli, quaderni: a volte eravamo soltanto, soltanto erravamo. venuti da costellazioni di fango, solo spazio e oceani a nutrire arti inadatti a usare il fuoco per bagliore; esuli e selvaggi, erbivori atei prestati alla violenza, ma stride, nelle …

UN INVERNO DI CASE GIALLE (Prologo, Uno)

Continuavano con poche sorprendenti avventure. Non restava che un gran callo, una lingua impaurita di pelle di uragano, occhi senza appunti, catturati una notte nell’ombra delle luci di un palazzo, ora arato come un’esplosione. Alcuni lo chiamavano amore, ad altri brillava il corpo, ormai prossimo all’estinzione, tuttavia ad armeggiare erano …

UNA CIRCONFERENZA (XII)

Questa storia potrebbe iniziare con una to-do list: ma ci saranno anche dei personaggi? Una domanda, una posa, poche frattaglie, un cesto, forse una piuma, un cane, un compasso. Il destinatario del tagliacarte fornisce fotografie di un baule, per pochi spicci e una voragine: ogni atto di distruzione termina con …

UNA CIRCONFERENZA (XI)

Certo, non sapranno spegnere l’acqua con il fuoco, ma hanno amato così tanto queste boscaglie che solo loro sanno come piantarci semi e aprire varchi di luce. Il genere ne comprende sei tipi diversi, ma oggi se ne vedono solo due negli anfratti di bianco. E quanti nomi, poi, un’eternità …

UNA CIRCONFERENZA (X)

Arretrando lo sguardo, aumentando la distanza dalla mappa, capitava allora una visione prospettica su certi pesci baltici, allungati nel muso come forme estinte. Ostsee era il vecchio pescatore del luogo. La padronanza degli idiomi era tutta nelle mani quando inceppavano tra le dita le reti. Ogni fiume è individuato, ma …