LA NOTTE ARRIVA DIFFICILE

Si scopa scrivendo Non penso sia l’aggeggio migliore per scrivere Un signore scopa sul suo balcone Scrivere non è scopare Infatti lui scrive Osservando scopare Anche la sua faccia scrive La sua ma anche quella del signore Le unghie appena tagliate obbligano a scrivere Se l’è tagliate le unghie prima …

LA RINGRAZIO

Potrebbe accendersi un barlume di felicità, di gratitudine, di felicità gratitudinezionale, quando senti questa locuzione. Sia formale o sostenuta da impeto genuino. Venga da un sorriso o dalla posticcia, in se stessa bella, vatti a scavare la fossa. Da un obbligato inchino a un passeggero che ti ha appena obliterato …

SULLE RIVE DEL TONTO (39)

Elio mi regala come regalo di compleanno un cofanetto. I gioiellieri amano conficcare dentro ogni loro cofanetto un anello o piccoli orecchini o una moneta d’oro. Elio è un gioielliere e il cofanetto è di raso blu e ha un bella scanalatura dorata nel coperchio. Gli dico grazie ma, anche, …

RUNAWAY TRAIN

Ora che l’inverno si smarca, torna il piacere di inverno. Biologia del computer: a domanda risponde. Diventiamo amici a noi stessi. Mancasse la luce: man-uomo, cassé-rotto, mancassè, uomofinito. Tra corvi essere corteggiato, unico che non cerca uomini o donne. Un ramo per artigliarsi controvento.

HERR HASLER

Era inverosimilmente alto. Inverosimilmente fuori posto a Palermo; grigio e tedesco. Baviera presumibilmente. Era il mio vicino di pianerottolo. Questo molti anni fa. Il primo giorno in cui presi possesso dell’appartamento bussò e mi apostrofò: lei ha manomesso il tubo dell’acqua. Carezzava ogni cane che incrociava. Mai che abbia carezzato …

TI DEVO UCCIDERE

La telefonata arrivò dopo parecchi anni. Verrei a trovarti. Il tono della voce era serioso, imperativo, non elastico, come sempre il tono della sua voce. Va bene, è successo qualcosa? Arrivo. Arrivò che era primavera e io stavo in dondola sotto il pergolato. Sudaticcio tranne gli occhi. I suoi sono …

UN LUCIDATORE

Oggi ho provato a lucidare un libro. Era da tempo che lo volevo fare. Aveva la copertina bianca macchiata di grasso. Sembrava una impronta del mio pollice destro. Questo perché il giorno in cui l’avevo rilasciata ero dal gommista ad aspettare mi riparasse una ruota. Seduto su un predellino ingannavo …

SIA CINQUECENTO

All’inizio fu la prima a sedili reclinabili. L’errore aprire il cofano sulla Catania Palermo, estinguerle il fuoco con rami di ulivo. Poi fu Maggiolino, verde come il nome, ma lì si stava schienati come una sdraio a tre gradini e niente perfettamente in linea (però il suo cofano tedesco, mai …

A CASA DA AMICI

Le strade quando guido al tramonto mi sembrano il culo di una donna o di un uomo, insomma mi sembrano qualcosa con cui devo per forza avere a che fare, abbordare diventa una parola impropria, frenare una parola precipitosa, fantasticando che il manto stradale sia bagnato, mi impongo di guidare …

ANCORA UN PORTIERE COL BERRETTO

Vi capita, di volere essere quello, col pisello più lungo, col suv più alto, con la domenica in testa, con il gesto anziché la parola, e le ruote senza bastone, e il cielo senza una stanza, e l’immagine di modugno dentro il caffellatte, una ferita al ginocchio povero bambino, non …