TI CHIAMANO COMANDANTE

Sei un cameriere. Non più un uomo in rivolta. Curi le unghie dei piedi alle grasse puttane e corri dove ti chiamano. Ti chiamano tutti comandante. Anche i bambini, ai quali prepari le esche magnetiche per pescare nella fontana. Né più trapezi o tremori esistenziali. Sguardi – allo strillo di …

GOLOSI DI PAPI

Esiste la cloaca. L’intra in cui ogni giorno perimentiamo la tensione del filo, l’umore rotondo spermatico di un certo neft pubblicitario. L’attività connessa senza interazioni. La disponibilità aspromatica ottusa verso tutto quanto procura rancore. Forse sprovvisti di senso pratico organizzativo, è uno o croce? Ci indispone la fluidità con cui …

BARCULIAMO

come si sta sotto una barca qui sentiamo la mancanza di H2O e di un vestito bianco ci andate a pesca? a quannu a quannu e che pescate? qui il sole tramonta, una gamba si sente intorpidita scalcia e unghia la signora che gli sta sul letto il televisore si …

IL MONDO E’ SECCO

Si capisce in negozio che è lei che comanda alla cassa degli autoricambi. Il marito con un grembiule azzurro, lei solo il venerdì e il sabato. Decisa nel prendere e nell’incassare. Precisa nell’individuare i clienti ai quali rivolgersi nei giorni. Fredda e uguale come nel movimento del prendere e dell’incassare.

NON DIGRIGNARE I DENTI

E’ un lupo che ruba gli anelli di matrimonio? Sembrerebbe di sì, capo. E non le gazze? Il lupo ruba anche le gazze, capo. E i capelli grigi? Sempre il lupo capo, è addestrato. La lavanda Coegi? Insieme al selciato del cortile, capo. La ronda allora che ci sta a …

L’AUTUNNO DEL LEVRIERE

Molte pietre assomigliano ai fichi secchi. Appesi agli alberi prima di cadere sembrano fichi. Rompono i denti. E finalmente CI DIVERTONO.

IL CARCERE EQQUI

il ferro si sente di ferro di dinamite si sente dinamite di ferro di arance di ferro si sente di ferro il ferro arancione di vetro si sente di vetro arancione di pietro si sente di pietro di chiodi allo zenzero si sente di zenzero si sente di ruggine apostrofo …

SULLE RIVE DEL TONTO (33)

tà mi viene a prendere con la sua Parilla del ‘52 che è quasi mezzanotte. Palermo è immersa nella nebbia. Da via Trinacria non si intravede la fine di via Trinacria. Io esito. tà mi dice, fai presto, sali che ci aspetta elio. Ma dove salgo, non c’è un altro …

SULLE RIVE DEL TONTO (32)

Dalle prime piogge ottobrine, tra la brina emergono le lumache, sono in tante sono in cento, elio e tà fanno fatica a non schiacciarle, distratti pericolosamente dalle ultime mosche bummiate che non capiscono dove sta il senso di marcia, anzi non capiscono più il senso, come i coleotteri che al …