da I GIORNI QUANTI (77)
Ho visto Anna al supermercato e non era Anna. Però ho parlato con suo padre. Gli ho chiesto, come? anche lei in questo supermercato? E gli ho stretto la mano. Non era nemmeno il padre di Anna.
Ho visto Anna al supermercato e non era Anna. Però ho parlato con suo padre. Gli ho chiesto, come? anche lei in questo supermercato? E gli ho stretto la mano. Non era nemmeno il padre di Anna.
La cesura. Ho sempre voluto curare le ferite con la penicillina. Era la polvere magica della mia infanzia. È stata un titolo, una stella madre, la mia nipotina. C’è forse un piacere maggiore se riesci a scrivere un romanzo come Jeanne Buscemi o Carolina Invernizio: perché si chiamava Carolina?
Metto questo vino a ventimila. Die don. E a quanto dovrebbe andare questo, chiedo? Die don. A quattro acciughe al massimo? Impossibile. Ho capito e allora? Metto questo vino a ventimila e nel giro di un’ora lo vendo e tu mi dovrai quattro acciughe. Dodici bottiglie? Sono quattro acciughe e …
Ricevo un gradito biglietto dal Capitano: Gente che mangia di sera alla stessa ora. Ogni sera. Gente che puoi guardare dalle scalette delle persiane ogni sera per avere sicurezza. Gente che non la vedi più, una sera, perché è morta. Il biglietto è scritto su una complicata astronave di gocce …
Il mondo perfetto. C’è ancora chi pensa che si può essere come si voleva, come gli altri si aspettavano. Solo la diversità naturale crea l’espressione: la modifica o il fallimento del piano dentro il progetto. Qualcosa che non capisco e che mi accade. C’è comunque un bel graffito che Gaetano …
Mi sembrano nuvole. E so che non lo sono. Ho conosciuto la zia Marietta. Abitava un terrazzo che dava sopra tanti terrazzi e lei conosceva le nuvole. Diceva, questa sì, questa no, come al mercato si scelgono le pesche. Ogni nuvola non è una nuvola, così semplicemente. Una nuvola ha, …
Non sono mai riuscito a scoprire come sia esattamente composta la frittola che Don Totò vende giornalmente al Capo. Non osando mai pagare le duemila (non naturalmente per mangiarla ma per portarla a casa e analizzarla), sosto a distanza di sicurezza in attenta, e sinora inconcludente, osservazione. Da quello che …
Di notte, finalmente, si alza il primo vento autunnino. Le persiane – da lunga, troppo lunga stagione abituate a restare aperte – sbattono imbarazzate. Una donna, nella notte, si alza anche lei, portandosi dal letto quell’altra comoda abitudine estiva di dormire nuda. Si affaccia alla finestra, si sporge lottando contro …
Domenica. Domé nìca, do me ni ca. Cosa mi è successo lunedì, cioè oggi. Cosa può succedere il lunedì. Il mondo continua a non esserci. “Scendi e piscia” la trattoria di piazza Nascé, sono convinto che sì, c’è. Prendo un sacco di interessi. Non versati in banca, gli assegni …
Oggi sono uscito dal ristorante e le mie figlie avevano la testa bassa. Avevano visto quanto ho pagato. Per un calamaro morto. Un funerale costa di meno, hanno detto. Gradite l’aceto con l’insalata? aveva chiesto il cameriere. Sì. Naturale o balsamico? Sì. Hanno risposto. Ma continuando a tenere la testa …