da L’UCCELLA 1982-2002
vedo nei punti mobili delle unghie canali di mota le calze le cosce la seta
vedo nei punti mobili delle unghie canali di mota le calze le cosce la seta
“Per i monaci ortodossi la convinzione che il mondo cesserà di esistere quando gli uomini cesseranno di pregare, non è soprattutto una regola di sopravvivenza?” In questi giorni masturbarmi è come scacciare il maligno., liberarmi con dei colpi precisi, svelti e ben assestati, di tutta la tensione accumulata durante la …
comincio e ricomincio e vedo perché sono cieco
La caviglia è sempre più tappezzata di macchie, più grosse. A loro volta tappezzate da sottomacchie giallognole su base violacea. È più tumefatta per i fatti suoi. È sempre più per i fatti suoi. Perché dovrei disturbarla? Turbarla con un’ennesima radiografia? Non mi piace quello che si può ritrovare dopo a distanza …
Tre ragazze al mare. Saranno due ma io, confusamente, ne conto tre. Tre ragazze che stamattina sono partite per il mare. Oddio, non proprio tre ragazze tre. Tre signore tre, tra signore e signorine dare la precedenza alle signore. Tre comunque, dunque abbastanza, considerando il cielo nuvoloso e il mare …
L’ipotesi di stabilirmi in campagna è subito scartata. Il ventilatore mi è nemico. Cioè lo sento come il mio detrattore personale. Questo non mi fa più paura, non mi rattrista. Lo accendo e lo spengo con una familiarità sino a ieri impensabile. Solo che tutto il tempo che lo tengo …
Alla baronessa che mi ha pregato di correggere la mia imprecisione (l’avevo chiamata signora) ho subito risposto: mi voglia perdonare baronessa, il mondo non ci vuole molto a farlo tornare rotondo.
Dalla saletta che l’ha accolto il giorno del suo ritorno non s’è più mosso. Comodo e appagato per la sua rivincita. Povero, più povero di quando era partito. Più povero, soprattutto, perché non ha vinto. Non potrà o non saprà ricordare a tutti, nemmeno additare, i suoi detrattori sconfitti, mentre …
Un punto della notte in cui passiamo dall’essere più vicini alla sera precedente all’essere più vicini all’alba che verrà. Una specie di insonnia, dormiveglia a raffica, l’attenzione mi fa vigile ma mi spezza i sogni. Capovolgo il bicchiere dell’acqua. Ecco, ora sono passato dall’altra parte. Il ventilatore penso di spegnerlo …
I nostri vicini sono imbalsamati. Io urlo ma loro non sentono. Hanno opposto una difesa senza che avessimo mai dichiarato loro guerra. Scrivo molto per allungare il filo di saliva che mi lega a loro. Traduco la calligrafia bavosa nei corrispondenti caratteri del computer.