da I GIORNI QUANTI (58)

Dalla saletta che l’ha accolto il giorno del suo ritorno non s’è più mosso. Comodo e appagato per la sua rivincita. Povero, più povero di quando era partito. Più povero, soprattutto, perché non ha vinto. Non potrà o non saprà ricordare a tutti, nemmeno additare, i suoi detrattori sconfitti, mentre …

da I GIORNI QUANTI (57)

Un punto della notte in cui passiamo dall’essere più vicini alla sera precedente all’essere più vicini all’alba che verrà. Una specie di insonnia, dormiveglia a raffica, l’attenzione mi fa vigile ma mi spezza i sogni. Capovolgo il bicchiere dell’acqua. Ecco, ora sono passato dall’altra parte. Il ventilatore penso di spegnerlo …

da I GIORNI QUANTI (56)

I nostri vicini sono imbalsamati. Io urlo ma loro non sentono. Hanno opposto una difesa senza che avessimo mai dichiarato loro guerra. Scrivo molto per allungare il filo di saliva che mi lega a loro. Traduco la calligrafia bavosa nei corrispondenti caratteri del computer.

da I GIORNI QUANTI (55)

Salga. Non deve avere paura dei quarantenni coi capelli bianchi. Sente? Non c’è più amore che rimbomba in questa casa. Solo rinnovo. Ognuno dei suoi abitanti si cura, con premura e senza darne comunicazione agli altri, di cambiare la carta alle pareti. Lì troverà mia moglie e mia figlia che …

da I GIORNI QUANTI (54)

Gli occhi di una donna mi entrano nel cuore. Il mio cuore entrerà nei suoi occhi? Gli occhi di una donna possono colpirti sulla pelle. La pelle, però. Gli occhi di una donna, di una memoria, di che? Dopotutto siamo, siamo fatti apposta per perdere le occasioni. Chi ci dice …

da I GIORNI QUANTI (53)

L’intimità è una scelta importante per i nostri nuovi vicini. Hanno spalmato di tende bianche i vetri che potevano guardarci. Dunque, continueremo a seguire le ombre. Avremo più difficoltà ma potrebbe aggiungersi piacere al piacere. Mi stendo in terrazza. Una musica spagnola cancella le stelle. La città pretende un bypass. …

da I GIORNI QUANTI (52)

“Faccia fuoco e la smetta.”   Sono da qualche giorno in città ma non dormo. Così decido, anche se è notte, di tornare in ufficio. Ho questa borsa da riconsegnare alla sua proprietaria. Nella stanza delle riunioni c’è festa. Però io, la borsa e la sua proprietaria, ci ritroviamo dentro …

da I GIORNI QUANTI (51)

Ho scoperto mia madre in flagrante. E pensare che fino a qualche minuto fa non lo pensavo neppure. Ero a Martina Franca. Passo davanti un portoncino dove c’è scritto “Associazione parenti delle vittime”. Guardo dentro, dai vetri della finestra accanto, e la vedo che si fa maltrattare a parole da …

da I GIORNI QUANTI (50)

“Per un cieco una strizzatina d’occhio vale un cenno del capo”. Sono rimasto a Palermo per farmi rimettere a posto la caviglia, convinto che non c’era posto migliore, per principio. Ma non l’hanno messa a posto così bene. Lo capisco vedendo l’altra caviglia. L’altra caviglia me lo dice. Ti sei …

da I GIORNI QUANTI (49)

Sulla strada Tusa-Palermo, sulla strada Palermo-Gibellina, sula strada Gibellina-Santo Stefano Quisquina. Sulla strada Santo Stefano Quisquina-Trieste. Sulla strada Trieste-Roma. Sulla strada Roma-Ciccio Sarullo. Incontrerai sempre un contrattempo sulla strada che hai deciso di percorrere. Questo, potrai dire, è mio padre, questo faceva il militare in Abissinia. Ciccio Sarullo non dice …