AD EST NIENTE DI NUOVO
Gelsomina non amava il proprio nome che avrebbe voluto chiamarsi Desideria ma inappellabile era stato alla nascita la decisione materna colei che nel tinello ingrigito dominava le inutili pulsioni dei fabbricanti di sogni
Gelsomina non amava il proprio nome che avrebbe voluto chiamarsi Desideria ma inappellabile era stato alla nascita la decisione materna colei che nel tinello ingrigito dominava le inutili pulsioni dei fabbricanti di sogni
Gli ossimori più vieti erano formulati nelle periferie di Tebe nonostante che gli editti padronali fossero limpidamente in disaccordo soprattutto nelle oscurità di luna piena laddove i gelsomini reclamavano una dignità forense
Bel tipo Rodolfo che gli piace scivolare attraverso unguenti priapeschi lui che in gioventù non riuscì a stimolare il coro delle vergini del Sannio dove per l’ultima volta fu avvistato un roveto blasfemo.
non ti sopporto le disse i tuoi afrori pre/postcoitali turbano i miei pensieri reconditi eppure trasparenti che nemmeno la luna è in grado di fagocitare sì tu fosti l’ultima meraviglia cui soggiacere ma adesso c’è un altro autobus
Nei Vangeli c’erano scritti dei Vangeli mi pare opportuno così come mi sembra ovvio che nelle ceneri medievali vi fossero casacami tardoetruschi eppure la Sibilla volle contrastarmi con ideogrammi di zolfo e senape non sapendo come uscire dalla caverna insondata
Ci avvertirono che avremmo preso il cielo con un dito però mentivano durante le sedute aporcrife del sinedrio loro che vantavano terzi di nobiltà e invece erano solo lenoni spretati
Era uno scricciolo eppure il senso della sua sensualità disarcionava tutte le mie fibre al punto che pensai di svernare dalle parti di Cadaques per fuggire da questa malia impertinente e imperdonabile
Volevo intraprendere e mi sono fermato per quella slavina inopportuna eppure ridanciana durante un inverno che avrei voluto decompresso e primaverile ma si sa di buone intenzioni sono lastricate le strade che sfociano nel Gange e quindi non mi rimase altro da fare che innamorarmi impunemente
Bombolotto che manco ha finito di gattonare si è flippato per la moto da quando Pippo gli ha inoculato il brum brum con lui circumnavigando il cortile con la Vespa e magari se lo immagina come Marco che sventra le pietraie con ossessione matematica e giocosa
amici non disperate il sole arretrato si sta facendo strada nonostante che gli elfi mercuriali cerchino di sbarrargli il solco laddove Celsius si imbarcò con Astolfo per quel capitombolo epocale