JONESCO ERA UNA BALLERINA

tartufi immersi nella notte calcinata eppure un refolo di tenerezza svirgola da dietro il muraglione dei Ciclopi durante quella monumentale sarabanda orchestrata da Belzebù

FARFALLE VAPOROSE

sebbene sia incartapecorito conservo un certo fascino da ussaro danzante e quindi perchè non provarci con Dulcinea di Castelbuono lei così virginale eppure già istruita sulla filastrocca amatoria che Giacomo mi disse di una oscura deflorazione

PATROCLO NON MI CONVINCE

eppure te l’avevo detto che non volevo avere niente a che fare con quella discutibile e arrugginita canzone di Ivan il menestrello implume che si vantava di avere tormentato i miei sogni di quand’ero coscritto

SOLUZIONI APPROSSIMATIVE

E’ che stavo scrivendo il romanzo della vita ma apparentemente il cielo non faceva trapelare grumi di condiscendenza per cui ho deciso che scrivere il romanzo della vita sarà oggetto di discussione con Celeste.

ALMANACCHI IRREPRENSIBILI

un quarto di luna è metà di una metà che è la mezza che è metà dell intero e non ci posso fare niente però mi piacerebbe discuterne con i saggi del Parnaso quelli che brindano alla vita mentre i giorni si scolorano

GRAFICI ORFICI

Elisabetta si chiamava Claudia però preferiva essere citata come Alfredo perchè il ricordo di pratiche inconfessabili potesse corrodersi senza patemi mortificanti al tempo non del colera ma degli amori indistinti

LE CONSORTERIE VORACI

accadde il 15 settembre del 2048 quando le vergini del lago d’indaco sottomisero i reggimenti del dio Pan assolutamente intransigente sulla voluttà promanata da cicisbei canuti

DOLOROSE LIMITAZIONI

la costellazione di Andromeda non esiste dichiarò Evaristo mentre ciurlava nel manico davanti ad un branco di assassini del diciottesimo secolo improvvidi e solerti nelle carezze a una dama dell’Andalusia cara ai poeti

RUGGINE E MIRTILLI

Che occasione quella di ieri di ripristinare cantiche soavi come al tempo delle illusioni sì illusorie eppure balsamiche memori di pascoli iridati e senza rimpianti

LA SCADENZA DI GIOBERTI

eravamo in quarantena alticcia ma consapevoli del disastro sentimentale occorso a Manolo lui sempre disponibile all’adulterio come missione imperdibile per sanificare un’anima belluina eppure compassionevole