IL MESSALE DI CORINTO

Magritte vs gli omofobi di Transilvania perché nel vaudeville di fin millennio è più congruo sverniciare i cattivi pensieri piuttosto che stivarsi nel Getsemani

LA FORNICAZIONE DI SOFONISBA

Mi chiamo Evaristo e voglio cambiare nome per evitare di morire nel senso che nel nome c’è già la morte certificata e allora se smetto Evaristo per Goffredo ricomincio e muoio dopo e se non funziona affanculo

IL GASOMETRO INNAMORATO

il cucchiaio nell’ occhio il cucchiaio in tasca il cucchiaio nella minestra il cucchiaio sul davanzale il cucchiaio dove vuoi tu il cucchiaio dove non voglio io il cucchiaio splat il cucchiaio di leva il cucchiaio di bronzo il cucchiaio nella valle dell’ eden il cucchiaio al termine della notte …

ELIOGABALO NON AMA FREGENE

questa notte discinta non sopprime i tormenti maculati perché non ci sono novità eppure durante le ore della pazienza avevamo stabilito un confine

UBRIACHI ALLA META

sul ponte sventola bandiera cremisi come la voragine delle tue carezze imprescindibili ora che all’ orizzonte si screma il mio dolore

GIACENZE DI MAGAZZINO

pane e cioccolato pane bianco pane nero pane duro pane e panelle pane con milza pane di stelle pane di segale pane amaro pane di Spagna e i tuoi occhi infiniti

GIORDANO BRUNO NON GRADISCE

A Campo dei Fiori Brunaccio non la suona bene peraltro davanti al bestiario che sghianda insolente e sdrucito che potrebbe fare anima bella frastornata dalle ruberie dei cicisbei male accorti e spudorati mentre io ti aspetto invano

CIVITAVECCHIA NON AMOUR

Sono a Civitavecchia incazzato come un bisonte di Boston perché lo Spit di Luca mi ha smarronato perverso e inconcludente epperò come dice Willy ci abbiano culo e spunta Angelo che ricuce tutto

SARDANAPALO HA LA GOTTA

C’ erano mondi improponibili tuttavia io ti amavo seppure con cautela considerando che l’ ultimo refrain di una rotonda sul mare rimandava a illusorie verginità

IL SABOTATORE DESNUDO

occorrono mille anni e un giorno per capire lo scivolamento dei meandri che circumnavigano gli amori scalpitanti e sprovveduti di quando all’ alba pensavano che non saremmo mai morti sebbene la morte fosse nostra meretrice senza respiro tenacemente irriducibile e maestra di ingloriose mestizie