LACRIMAE RERUM 18

Accompagnami, ti prego, in questa strada polverosa che si perde tra i sassi in questo sole che ci acceca e secca i ciuffi d’erba sulle prode dei fossi.

LACRIMAE RERUM 17

(landolfiana)   Un tempo giocavo d’azzardo e la mia pingue paghetta la intascavano i marpioni. Io aspettavo con l’ansia dell’innamorato la depredazione, cercando prestiti, risparmiando, tutto per accedere a quella saletta fumosa, a quei canaglieschi compagni. Ora sono morti o vegetano assistiti da badanti bulgare, e io non gioco più. …

LACRIMAE RERUM 16

(ripelliniana)   “Lasciatemi in pace, sarabanda di grida, cacofonia di demoni che bussano con facce grifagne ai vetri invocando la vita, lurida fattucchiera”, disse il vecchio, “sono stanco del mellifluo richiamo della speranza, preferisco il deserto, le inospitali scogliere del dolore, quanto più vero e onesto, lasciami in pace servo …

LACRIMAE RERUM 15

Ora che scoppia l’estate dopo le piogge consolatorie dobbiamo riaffacciarci alla vita per forza, c’è anche un’estate dei vecchi però con le ulcere al culo che grondano sangue e odorano di morte, mentre le rose sfacciate gialle rosse bandiere cantano la vita

LACRIMAE RERUM 14

Il canto del perdono   Il ragno che tesse la sua tela non conosce lo splendore dell’intreccio, e la mosca che si dibatte non sa le ragioni della sua morte, si dibatte e basta nel viluppo che la soffoca.

LACRIMAE RERUM 13

Anima e Corpo, la vecchia coppia, ormai non fanno altro che litigare. Vorrebbero, ma non possono, divorziare e allora è una continua baruffa, una continua questione. Gli amici gli hanno consigliato di andare in terapia e Anima sarebbe anche disposta ma Corpo figurarsi, ora che è in pensione vuole solo …

LACRIMAE RERUM 12

Quando andavo a trovare mia madre, tutti i pomeriggi per cinque anni, “Tu mi porti una boccata d’aria”, diceva, e alla badante: “Marina vedi questo è mio fratello”. Io ero suo figlio e suo fratello insieme, perché anche di lui fu madre sempre. Ora era morto e il figlio vivo …

LACRIMAE RERUM 11

Bisogna avere il coraggio d’aspettare. Che lo si voglia o no il tempo esiste, e lo sai anche tu che aspetti in qualche chiusa stanza, nel barcone in cui attraversi il mare. È una brutta bestia il tempo, ma senza come potremmo sopportare?

LACRIMAE RERUM 10

Rondini che planano alte nel cielo rivelano immensità nell’azzurro, sfiorano il caldo viso dell’estate garrule come bambini che giocano a palla, cercano il cibo con brama incessante ignare d’occhio che guarda, sentono però il vento che le porta e nel suo soffio un poco si riposano.

LACRIMAE RERUM 19

Schiamazzano i metafisici rotolandosi nel fango, un sabba da tregenda; gorgheggiano gli ottimisti senza vergogna: oh come la vita è bella!; vanno in televisione i teologi progressisti a dire che Dio è buono e ama tutti; persino i fisici bellocci sprizzano saggezza e divengono idoli delle professoresse. Che bella festa! …