Onirica ε

E. parlava. Non era più grande di quanto lo sia ora, ma articolava dei ragionamenti e partecipava alle nostre conversazioni. Sapeva camminare, ma per lo più se ne stava in disparte. Dormiva da sola sul prato avvolta in una coperta. Quando si svegliava ci raggiungeva senza mai trattenersi molto. Non …

Onirica δ

Mio padre mi chiama. Ha qualcosa da farmi vedere. Lui vive in un altro posto, che è un altro mondo, forse un altro pianeta. Dove vive mio padre è tutto blu. Mio padre ha imparato a fare qualcosa di nuovo. È diventato bravo presto, come sempre riesce lui. È anche …

Onirica γ

Scalavo una montagna. In mano reggevo un grande foglio di metallo luccicante dalla forma rettangolare e i bordi taglienti che usavo come bastone. Non era d’aiuto, ingombrava, rallentava il passo e sbatteva contro le gambe producendo il suono di un gong. Dovevo raggiungere delle persone che erano andate avanti. Dovevo …

Onirica β

In una città che non conosco. Città di vicoli, di ponti. Città di pietra. Cammino senza sapere dove andare. Non sono lì per caso, ma non c’è neanche una ragione. Arrivo a una piazza, ne raggiungo il centro esatto, alzo lo sguardo e osservo tutto intorno. Allargo le braccia e …

Onirica α

Ero a casa, nel paese dove sono nata. Era la casa di mia nonna, quella delle vacanze estive quando ero bambina, quella con l’ingresso grande e la cucina stretta. In cucina trovo mia nonna. Non la distinguo bene, è sempre in ombra. Ne percepisco solo la sagoma. Quando mi vede …