da MITOLOGIA DEL CENCIO – n. 48

Putrefatto sibilo Ci si sfalda in morte Cenerella la stella Per importanza fatua. Oblio a catena Partorisce aria fosforica Famelica la storia sfatta. Di te ricordo il berretto sudato Da soldato al signorsì badato Sotto i piedi alamari di morti. Dannato al dolente tuo minuto, L’arabesco delle fruste Le vacuità …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.47

Abitiamo squallori: allori fraintesi Vite vietate con Rovistii senza trovare Con la bestemmia che aleggia Inquilina di panici silenti. Ho visto ho udito il rantolo La bocca d’urlo d’un uomo In punto di trapasso Abaco di fine.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.46

Con la solitudine in groppa Paventi il dado tratto, La vendetta del talismano Contro. Venere Augusta fosti La luna del ventre. La messa in posa degli abiti Spiega la vecchiezza L’elemosina chiusa Delle bellezze zenit.  

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.33

Appena nato un giglio già franto Quale lucilla egemone bellezza Per traforo il cuore inguaribile. Susanna mia, bellezza ti sia stata La morte.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.35

L’armonica mima fiati innamorati Grazia oltre i silenzi. La balia ha Latte innamorato. Velato il corpo Pone denunce contro i chiavistelli Serrati che non danno amore. Le lucciole insegnano a non uccidere Anzi ciondolano rami di baci E cigolii entranti ad amare.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.32

Con lo zero sugli occhi Balugini di rovine. Sotto il cielo d’ospizio Inciampi nelle buche perpetue. Tue le giostre che m’insegnasti Cattive più della tramontana. Chiudi le giare per padroni Perfidi. Dita d’alunno macchiate D’inchiostro strombazzano almanacchi Di plurime chiome mortuarie. Volare dalla finestra o la pistola alla tempia Questa …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.30

Con l’astio delle tenebre ti vissi Innamorato filo di nonnulla. Nulla bastò per la vicinanza Zattera di vortice oceanico. Esempio di mercato Perdere il mio angelo Nella gimcana crudele Del doppio senza valore. Rigagnolo a soqquadro il petto Tutto stormito da spine di roveto Giacché non mi ami più da …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.27

L’arte è pace comune Ricettacolo d’epoche Dove la paura perde Teche di immagini feroci. Mi si dia l’estro Per morire presto! Lo sediolo del cantuccio Imita idoli da nulla fra chimere svampite coriandoli bruciati. Meco tornami teco Sarò felice. Veranda apostata Il lento buio, balugine quel fu Del forse sole.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.26

Non so, ma sono passati tutti Questi anni. Vedo e guardo L’intelletto che fu, ma non capisco. Sotto la cresima della poesia Non fui, non sono stata felice. Ricordo che perdetti prestissimo Il tuo amore che amavo perduta. Visitai l’Italia e non mi bastò. Ora temo la morte veritiera. È …