da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.57

La quaresima del sonno è la veglia, Una fiaccola al dì di corrosi enigmi Patrioti del cosmo i versi Scesi sulla terra per il baccano Di sangue. Amanuense l’origine Scritti infiniti senza capire Le rondini maestre, Il martirio dei fossi Somiglianti ritiro di dio E angeli. Algida geometria Non raccattare …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.56

Nel panico del buio io Tormento l’asino di volare Per accattivarmi un tuono di benessere. L’ansa del chiavistello addolora L’ennesima rovina del teschio La chimera fasulla del compleanno Quando allora muore Il vasellame oscurato del cristallo. Il conto alla rovescia è cominciato Da 65 anni. Ottobre vale la rovina Delle …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.55

Prendi il mio cancello E cancellami. il campanello È muto: rattoppo quel che resta Con la strafottenza del disperato Comunque in punta di piedi. Cafone sotto stazza di santità Rimane il fonico rancore Di esistere sterminati. Poi il rampollo ustiona le meningi Per raccattare un po’ di affetto ancora Contro …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.54

Il poco che avanza Ti trattiene in ciondolo Sempre per il dolo Di rattoppar la logica Bigotta inesistente. Strette le mani in gioco Con il castello rotto La favola nulla Del pessimo girotondo. Ammisi: sì ero corrotta Dalle bestemmie del dì.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.53

Le tombe a forma di lettino Sembrano sussurrare di alzarsi. Vai con la sediolina di legno Ad aspettare che la coltre di terra Si alzi per farne uscire il/la giacente. È solo mal affanno crederci Dalla tromba delle scale Al silenzio poetico.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.52

Vuoto sconfissi l’alveare, La nuvola un pugno vóto Letale. Ninna nanna la legge del Più forte dove s’anima il Confronto con l’oceano e Il rivolo. Velleità carnivore Ormai l’osso concavo Votato ad angelo garitta. Macilento soldato disertore È scappato stellato dalla Madonna.

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.50

Giorni tardivi fracassano gli anni. Ho pianto il sacrilegio di perderti Aureola quando l’abbraccio Universali rendeva gli scalini. L’orologio batteva le cinque E tu morivi d’urlo Le pantofole crepate sotto il letto. Ultimo petalo di sposo cadesti Destino errabondo finalmente Non esserti.

88 (da Ospizio d’addio, 2019)

Ho la trappola nera del sudario L’immenso bossolo di spararmi in bocca, Tu che ridi del sillabario mio E nel canestro poni castagne marce. C’è di qua il medico mortale L’astrale spazio di morire lacero Cielo del nudo cortile, nemico. Trillo di vipera resistenza La stanza storpia con le candele …

87 (da Ospizio d’addio, 2019)

Senza più giocare le forze della luna Monca restò la cicala bella Quella la donna ammirata e sola Batuffolo d’eremita, Miranda Tuffatrice mirabile