IL VESTITO BIZANTINO – 6

Il crollo nella ruggine è il mio ristagno Satanico stato dove imbruna La fola del partigiano in giro ovunque Nessuno illeso, nonostante. La donna della fuga fu caligine Rapporto calloso contro la bellezza La culla della gioia infante gaio. Ritorna la sconfitta dell’origine La gita satura di guardare dio Ormai …

IL VESTITO BIZANTINO – 1

Uccidi di me l’occaso La tragedia minuta di essere Serva scolara logora Sopra la gabbia che mi pulsa. Gelateria del Corso non fu l’infanzia Adulta dozzinale campare le esequie Di dì a dì. Patria confiscata la mia tasca Scaturita da elemosine angolari. Mi amò un ragazzo giovane giovane Valse per …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.25

Sovente oscura perdere battesimo Lento scivolo all’ombra di perdenti Elemosina del faro l’arcipelago venoso Sotto la pelle livida di vecchi. E poi comunque non mi chiamo più Che argine per non affogare Le creste di galli che non cantano più. Senescenti le stelle da tempo opache Gridano le scemenze di …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.27

Piange al sole, L’anima sconforta Sola consuetudine, breviario. Smacco la sillaba che viene Per la poesia il concerto Consorte di te che sei semantico Dio mio amore che non sai. Le nullaggini del ladro scimunito Montano a valanga. Crisi mistica La casa a tatuaggio ormai che resta Stanza malsana la …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.26

Ho il cuore trafugato da ampolle Di malaffare. Guarda e ride La filastrocca del traditore. Incubatrice l’alta finestra Attende il prossimo suicida. Svenuto il corpo che trattiene L’anima Si fa seppellire vivo senza respiro. Parlotta l’agonia la lotta a spiro Per ritrovare il varo della nascita Scissa ormai per sempre.

da OSPIZIO DI ADDIO – n.24

L’andarsene del tarlo di morire Giochi in bellezza la giostra di prima Quando qualcuno d’indicibile mi amava Contro il pastrano ghiacciato. L’ordigno fuori guerra mi precipitò Dannata lo stesso senza pace Né scivoli di bimbi di sorriso. Morirono le porcellane della nonna Senza resine rimasero gli abeti Ebeti le lune …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.22

È passato il tempo Polipo di nero seppia Mio strattonato scempio. È vergogna la rotta di non Averne. Despota la sponda Del dettato fatuo. Fantasma lirico qui l’attesa Di elemosine su tutto Dato verdetto panico. Così la marea lunare Attanaglia resistenza Paglia marcia il letto. Brucia il diniego di essere …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.21

Spararsi sotto rondini in festa È la cornucopia della gestapo Perpetua. Oh corpo nudo il Trastullo nudo domestico di sabbie Abietti sassi rantolanti gole Sotto i tetti delle prigioni. Agostano il silenzio velenoso Per chi resta a terra tra palazzoni Ignoranti di tutti i fati. Eri bambina e già soffrivi …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.20

Voglio morire sul sillabario d’àncora Ancora analfabeta nonostante Le fasi delle ronde ebbero costrutto. Le notti scorse scoprii l’eleganza Delle zattere infiorate per festeggiare Le ciotole benigne delle acque limpide. L’alfabeto ginnico dei poeti Doni equoree le strofe Le festività soppresse della luna Ormai presa e presa in giro.

da OSPIZIO DI ADDIO – n.19

Morirò scorribanda di tanica Ubriaca. Bravata di nuvole rosse Sequela languida del nulla. Vago nel dolo di starmene vile Avamposto di attesa che venga Gracile l’affamata stazza. Cara agli dèi la morte giovane. Tetra voragine il sillabario muto Lo scempio della bile in giro intorno Alla paralisi d’onta in far …