da OSPIZIO DI ADDIO – n.8

Anche il pendolo si è reso fuggiasco Ginnica falena al fronte La trincea svenante i corpi scoloriti Nel Mozart magnum Preludio di dio le avvisaglie. Allerta sul pendio di lasciare Resta la donna sciabola di bambola Etere l’azzurro di abachi ciechi. Guerriglie di fati l’obolo La rissa botanica del balcone …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.6

Mendace palafitta resistere Sul perno nullo d’offesa. Tenace aurora sperdere i passi Poter volare in mano all’angelo. La luce che ti frantuma Eletta effige del solatio Vuoto in paradiso.

da OSPIZIO DI ADDIO – n.5

Si aggiusta nell’occaso il plenilunio, Ricchi di minimi rantoli fermarsi Se finalmente è l’ora delle miniere Con insieme le torce su tutti i fati. Eppure la luce evapora la mente: Piange l’angelo sempre comunista.

da OSPIZIO DI ADDIO – n.4

Esegeta di sterpi la pigna spoglia Getta da te le esequie per iniziare A germogliare l’aurora l’ora nuda. Nulla è abbastanza mormorando Docili preci alle ruggini giganti Mele fradice le stive d’ogni dove.

da OSPIZIO DI ADDIO – n.3

Graziata vorrei andarmene Fatata di sorpassi Esponenziale acrobata Equilibrio di sorriso. Cuore anonimo ormai ricordarti Ché finite le fucilazioni odierne Al ritorno le allucinazioni di tornare Dove la nave vacilla solitudini. Tutto strapiombo il dolo della notte Qui la questua delle genti inermi Vada via l’atleta che mi sterminò Fanciulla. …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.2

Ardore di passacaglia il dirupo Così ballare con l’enigma intorno Voglio andarmene a crepare Dove più stretta è l’alba. Blasfemo rumorio il cuore Batte la sfera delle previsioni. Mi viene da morire sempre e comunque Dentro le buche di crepanti arsenici Come e comunque fratelli delle buche. Con la bava …

da OSPIZIO DI ADDIO – n.1

Così una nenia di morte Attende lo scolorire, Risa da parte di qualcuno. Il muraglione fra il petto e l’origine Mitraglia ormai chi non sei Se non scialle vedovile L’età scanzonata del supplizio. Plico di stelle accattone alla porta Inventano di sopprimere le rondini Così muratrici di nidi da bunker. …

da MITOLOGIA DEL CENCIO – n.100

Lacrima del fato l’insulto, crisi domestica le porte tarlate dove s’inceppa l’enfasi di festa e si tramonta il talamo alfabetico: lo stagno si perdura inutile sé.