RITROVARSI
ritrovarsi nell’improvviso scatolare oltre gli argini di memoria accadde il buio e (r)esistenze del nulla travolgendo l’immoto puntuale (da CONTRASTI, 2012)
ritrovarsi nell’improvviso scatolare oltre gli argini di memoria accadde il buio e (r)esistenze del nulla travolgendo l’immoto puntuale (da CONTRASTI, 2012)
le prime a morire furono le virgole. stipate in una valigia strette strette legate tra loro di nodi scorsoi sparirono dalla pagina. subito dopo il punto interrogativo e l’esclamativo decisero che era arrivato il momento di non fare domande non c’era niente da esclamare. delle parentesi nessuno si preoccupò più …
Ironia della sorte, l’escamotage assume sembianze di palcoscenico (ramato, sinuoso, morbido), oppure di criniera che sventola nascondendo agli occhi geometrie ammaliatrici che si susseguono tra gli scaffali. E tu, che sei regina indiscussa di questo girone infernale, lussurioso e sofferente, te ne resti in disparte in un angolo in silenziosa …
I difficili giorni del ritorno. Perché niente vada perduto. Non della mia biografia o esperienza personale ma, in un certo senso, della biografia delle cose. Quello che mi accade è tra i miei occhi. Sottoterra la marmellata nera avanza, come un vulcano si è svegliata, ha ripreso a lievitare. Bisogna …
Lecce non è un’ombra dell’inutile ma costanza degli addii e labirinto di segretissime terrazze. Speciali, al Sud, le terrazze strette o vaste in cima alla mattinata, poi alla notte: la luce canta tenendosi le mani in grembo e la terza mano ad accarezzare la mente così per libertà e …
respiro vento e sole in quest’aria ho la città maggiore più vicino della città minore fuori dappertutto mi allontano dalla città minore in questo luogo che si dilata il freddo mi tenta le mani per caso vedo una cincia che saltella sul marciapiede la guardo e non ho teorie …
Sono furbi gli spadini conficcati nell’azzurro e insidiose le nervature taglia dita. Lungo le prese numerate circuita il colle (dossi ÷ doline) nel loro angelico diniego ad essere singole forme ma unico orizzonte, su funghi buoni e cattivi, su volpi, su oni corpulenti. Il signore dei ferri arrugginiti tra loro …
oscilla avanti e indietro nella pianura alluvionale guardano con gli occhi di un erbivoro poi viene decompressa e di nuovo fortemente compressa in questi mesi di troppo poi diviene apparente la regolarità della stratificazione strati omogenei fitti senza spazio per altri vegetali
Avrei potuto scrivere un poema o un romanzo, invece ho dilapidato i banchi di nebbia che ho ereditato e sono qui al sole ad aspettarti. La casa da dove sono partito è lontana, ma qui, senza casa, stiamo tutti benissimo.
dove la sera si radunano centinaia di centimetri inutili di fava dove gli ormoni inzaccherano vetri e tappeti dove la sera si sperpera la cultura del pianeta a suon di prende un Campari commendatore gradisce un pakistano coi baffi, un’anafora?