La finestra dell’ufficio dava sulla parete del cinema Eden, un muro che non finiva di esser cieco a destra e a sinistra; nessuna possibilità per lo sguardo. Unica occasione lo scotoma scintillante. Il capoufficio chiudeva il telefono a chiave per andare al bar. Allora, proprio allora, durante la pausa, calavano dall’alto invadendo la parete dei rampicanti a testa in giù. Piante succose con grosse foglie ed occhi a ogni innesto di ramo. In ciascuno di quegli schermi si rifletteva, in contemporanea,una scena della via sottostante. Decine di gazze erano lì per rubare le gemme chiuse in ottuse riflessioni. Il capoufficio, di ritorno, portava un cesto di mele raccolte per strada.
CINEMA
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