da I GIORNI QUANTI (60)

L’ipotesi di stabilirmi in campagna è subito scartata. Il ventilatore mi è nemico. Cioè lo sento come il mio detrattore personale. Questo non mi fa più paura, non mi rattrista. Lo accendo e lo spengo con una familiarità sino a ieri impensabile. Solo che tutto il tempo che lo tengo acceso non posso fare a meno di pensarlo acceso, nemico, e di scansarlo come un lottatore giapponese. E quando lo spengo non posso fare a meno di pensare al momento in cui lo riaccenderò. Che lo potrò accendere, voglio dire, per stare meglio (non più fresco, naturalmente, perché quel fresco  mi uccide). Anche se, quindi, ‘per stare meglio’ non lo dovrei proprio dire. E, poi, parla. Non capita spesso ma, qualche volta lo dimentico, riesco a uscire da questo circolo infernale che fa tanto pandant con le notti infuocate di questa coda d’estate. E quando lo dimentico, lui parla. Non riferisco i messaggi sconnessi che mi rivolge. So solo che per interromperlo devo spegnerlo se è acceso, devo accenderlo se è spento. I giorni passano, cosa non si fa per fare passare i giorni. O è la mia testa che passa. Gli occhi hanno la loro linea d’orizzonte e il loro punto di fuoco. Lontano (ogni giorno più lontano) dalle righe delle pagine che vado scrivendo. Ogni volta devo prendere le distanze: per questo dico a qualcuno, per il momento non ho la minima intenzione di mettere gli occhiali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

STANZA 419
mi scopri coperta e sto ferma come il sapone sul lavandino. non c’è fretta amore, ti dico posso morire nelle Read more.
DINORI, ORI
Girare a capo basso, senza guardare in faccia nessuno, dà dei vantaggi che alla plebaglia, scolorita e vernina, sfuggono: per Read more.
da I GIORNI QUANTI (107)
Mi telefona Tina Pica. Mi chiede che ci fa lei ancora in mutande? Se le infili subito in testa perché Read more.
Portami a ballare un finale diverso (5)
E oggi mi ritrovo a pensare se fu giusto prenderlo quell’aliscafo. E mentre ci penso, ti vedo passare con pantaloni Read more.
LO SCIROCCO (da INSETTI 2002)
lo scirocco è finito il prato si ridistende apre la finestra col calcio del winchester   mi aspettano al largo Read more.
Alla follia di Banvard tutti (2)
I due sconosciuti scorrono le scene del film lievemente sfasati Milano, Venezia, un paesino sul lago di Garda, eccetera. Lo Read more.
Storia di giostrai (4)
Forse le ossessioni non si scelgono, ma sono esse a sceglierti. Forse questa è soltanto una frase a effetto, ma Read more.
monologo esteriore n. 3
tocco la poesia negli intervalli nei ritagli negli scarti e mentre scrivo penso sono il neurone nella testa o la Read more.
SCISTI
di anima e pece, bituminosa e ad alte temperature, penso e stringo la matita tra i denti e, mentre il Read more.