All’improvviso, guizzando sincronizzati, gli altri ragazzi gli strappano i documenti dalle mani. Gettano per aria i fogli e si mettono a correre per il palco. Il ragazzo alto lancia prima un acuto nitrito, poi parte all’inseguimento. Il loro trotto si interrompe in prossimità della vasca di pietra, dove spiccano insieme un gran salto che li catapulta tra i mamba. L’impatto dei corpi genera una spinta che mette in moto le ruote della vasca, che cominciano a girare. I rettili schiacciati si contorcono sotto il peso dei ragazzi – frammenti di squame in mezzo a sibili furiosi – con le ghiandole velenifere ancora vuote i loro morsi fanno cilecca. Le ruote acquistano a poco a poco velocità – suono cigolante di spirali che girano sempre più veloci verso il fondo della sala – in silenziosa tensione il pubblico segue quel che accade trattenendo il fiato. Nella sua corsa la vasca si lascia dietro scie di pelli di muta – sfreccia al di là del palco, oltre il fondo buio – i ragazzi nitriscono lontani.
“Spettacolare!!!” – “Mai visto nulla di simile…” – “Ditemi che avete filmato tutto.” – “Ce l’avete?” – “Dall’inizio alla fine?” – “Tutte le sequenze, le immagini, i fotogrammi?” – “Wow!”