L’aereo speciale su cui MacLoss viaggia sorvola lo Stretto fosforescente di Bukhin. I bagliori radiogeni delle acque dello Stretto passano per gli oblò illuminando la fusoliera di una luce sinistra. Gli occhi di MacLoss, pozzanghere grigie dove la paura è morta, si sciolgono in un’implacabile espressione di misericordia. “Non abbiate paura”, dice. “Andrà tutto bene.” I militari intorno a lui si stringono nei galloni dorati delle loro uniformi, come per proteggersi da una corrente gelida.
“Cinque secondi.”
Ronzio elettrico che attraversa i circuiti dell’areazione – bocchettoni di ventilazione vibrano sul soffitto della sala convegni.
“Tre secondi.”
“Due.”
“Uno.”
“Cos’è questo odore?” – “Qualcuno ha scoreggiato?” – “Riprendi tut…”