(stampante in tilt)
siamo più poveri di poco
una nuova soddisfazione
ci circuisce amabile
attraversa le canzonette
porta persino frescura
scusa gli amici distratti
scomparsi durante l’estate
che tornano nerastri
con più rughe vistose
ogni comunicazione
leggermente diversa
dal mi sono difeso e tu?
ci sono novità chirurgiche
biotecniche sediziose
sull’inutilità del fantasticare
essendo superfluo mangiare
per sopravvivere basta respirare
cosa consueta nel deserto
delle continue sorprese
che le lingue sconosciute
colorano su ogni video
mi stanco spesso
a sbattere le palpebre
smetto di guardare
fisso ostinato i giochi
dei gatti e delle pullette
dietro gli oleandri
nel camper incustodito
dell’onorevole in ferie
a bujumburu ospite hutu
leggo molto di niente
che concerne nei cimiteri
il rinnovo delle spoglie
il cortesini sostiene
che le cellule di tutti
sono immortali in frigo
le parole nelle parole
cancellano altri echi
di altra antica gioventù
a cavallo per l’indukush
a masticare l’erba
dell’abìss
caro da sempre gironzolo
con l’occhio fisso nel vuoto
che viene crescendo in alto
nel palpo avvenente
dell’angoscia proficua
alla logica del parlare
nel dire che qui non c’è
non stampo più niente
penso troppo al nulla
che mi procura impegni
in continuazione
sulle relazioni incomplete
da completare
necessariamente
prima di domani
non mangio non respiro
potrei già essere andato
nell’accelerazione del dopo