Quando avevo tre gambe mi chiamavo Frank, ma di cognome era come adesso, che mi chiamo come il Notaro poeta. Era la fine dell’Ottocento e partii da Rosolini, la remota, facendo vela verso le Americhe giganti con la valigia carica delle tre gambe suddette e un coltello per difendermi da eventuali malintenzionati, casomai. Ma non ce ne fu bisogno, del coltello. Sfoderando tre gambe non è difficile trovare lavoro nei palcoscenici e diventare ricchi.
E se poi, oltre alle tre gambe (e un quarto piede atrofico che mi spuntava da un ginocchio), gli dei per somma ridondanza financo di due belle minchie mi dotarono, allora che volere di più dalla vita?
FRANK LENTINI
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