HO VENTICINQUE ANNI

voglio morire voglio morire voglio morire voglio morire. Bruciare.

 

non so bene quello che voglio. Un coltello. In cucina, apro il cassetto, lo guardo. Chiudo il cassetto e me ne vado.

Ho tanta voglia di tagliarmi. Torno in cucina, apro il cassetto, prendo in mano il coltello. Non è molto tagliente. Non lascia segni. Lo ripongo, chiudo il cassetto.

 

Scappo in camera da letto, è la stanza più distante dalla cucina. Mi vedo nello specchio. Sto piangendo e ho il braccio destro davanti alla faccia.

 

Volevo tagliarmi ma i tagli superficiali fanno male comunque.

 

Torno in cucina, prendo il coltello e me lo porto in camera da letto. Lo guardo attraverso lo specchio sulla pancia nuda. Alzo lo sguardo e vedo questa faccia arrossata e gli occhi piccoli lucidi.

Non riesco a non guardarmi e vedo un mostro.

In cucina, butto il coltello, scappo in camera da letto.

Sul letto.

Adesso m’ammazzo.

Cerco un vincolo nelle lenzuola, avvolgermi e bloccarmi, immobilizzarmi.

Calmati, basta basta basta.

Devo chiudermi in camera e non ci sono chiavi. Anche in camera posso frantumare lo specchio e tagliarmi con quello. Spacca i piatti spacca i bicchieri ribalta la casa ma non farmi male perché non riuscirai ad ammazzarti e poi sarà peggio. Chiama Luca. Luca non risponde. Chiamalo finché non risponde ma lui non risponde. Chiama Sara. Fingo di avere una crisi di pianto e di non sapere perché. Rimango al telefono con lei. Sono frastornata. Torna Luca. Lo allontano.

Ho la manica sinistra totalmente strappata. Ho dei graffi sulla mano destra. Una rabbia incontrollabile. Non lasciarmi da sola mentre muoio. Ti prego. Ho paura di stare da sola mentre muoio. Uccidimi ti prego. Mi vedi? Riesci a vedermi? Allora se mi ami devi uccidermi tu, che da sola non ce la faccio.

Tremo, tutto quello che è intorno sembra irreale.

È come essere bendati. Non ci sono limiti.

Oggi ho paura. La perdita di controllo mi fa paura.

L’unica cosa che sono, un animale che può provare dolore.

Quando penso sia il momento opportuno per fare un passo avanti, ogni volta, ne esco a pezzi.

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