I MORTI

Da quando c’è la pandemia usciamo solo poche volte e ci cambiamo quando rientriamo. A casa giriamo senza scarpe, ma questo lo facevamo anche prima. Con naturalezza si è formato il confine, le prime quattro mattonelle oltre la porta si sono trasformate nel vestibolo, pericoloso, contaminante; al rientro ci versiamo su acqua e candeggina come in un rito, ci spogliamo lì, in equilibrio su un piede poi sull’altro bagniamo le calze, ci rivestiamo con abiti da casa. Con un passo poi siamo dentro, al sicuro. Da quel momento, per passare da una stanza all’altra aggiriamo le quattro mattonelle, le saltiamo, e se per caso ci finiamo dentro con il tallone, ci allarmiamo, disinfettiamo in fretta la parte con un gel preparato allo scopo. Oggi, 9 aprile, il totale dei defunti ammonta a 17.700 circa; come un nugolo di pipistrelli sono saliti o discesi nel mondo dei morti. Quei due che giocavano a lanciarsi il disco, era possibile riconoscere in loro stanchi eroi della guerra di Troia, quando hanno visto planare il primo stormo hanno smesso di giocare e hanno domandato alle anime di cosa si trattasse: guerre, Inondazioni? Naufragi? Non era che un’epidemia. gli eroi hanno sollevato le spalle, e ora stanno di nuovo giocando. I pipistrelli aspettano per entrare tutti insieme, non temono più il contagio. Dev’essere per la pressione di tutti quei defunti stretti insieme che alcuni nostri morti, vecchi o recenti sono scivolati giù. Ieri ho trovato mio padre a quattro zampe dietro al divano. Gli ho appoggiato una mano sulle spalle. Per niente freddo. Ciccio l’ho scoperto alle spalle della scrivania. Mi stupisce, ma fino a un certo punto, che non abbiano niente addosso (da dove vengono non si indossano abiti). Hanno corpi solidi, muscoli biblici, sono caldi e umidi:non mi dispiace averli qui. Non si muovono molto, gli porto da mangiare, spaghetti, bistecche. Muovono la testa per dimostrarmi il loro compiacimento, ma lasciano tutto nel piatto. Spero di svegliarmi un giorno e di trovare vuoti i piatti e sporchi il loro petto e il mento. Fino a ora non è mai successo. Ma si muovono, se li accarezzo, come cavalli.

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