IL 27 OTTOBRE, LAMARELLO

L’idea che Ibrahim si è fatto del concetto di numero “zero” fa dannare il suo professore di algebra: possibile che non capisca? Ma Ibrahim disegna un ottagono sul terreno, ci entra dentro, cavalca una tigre del Bengala e brama le donne grasse. Sull’aneddoto esistono almeno due versioni: durante il suo sultanato, 1640, manda gli emissari in cerca della donna più grassa che esista cui pagherà un quintale d’oro se gli verrà portata. Nel novecento è un cambiavalute, vive in Georgia e condivide il letto con tre concubine gigantesche: la più giovane pesa almeno duecento chili. Ibrahim sostiene che all’interno di quella figura – che è una delle immagini possibili dell’universo –  a ogni angolo corrisponda un punto in cui ogni zero non è più uno zero. Che la dimensione fisica dei punti sia ora uno, ora due, ora tre, ora 500 000 000 000 000 000. Dipende dal bruito della tigre. Dal lato verso cui è rivolto l’ottagono. Dal gorgoglìo della trachea di Kur, la più giovane e la più pesante tra le sue fidanzate. O più esattamente dalla viscosità che il 27 ottobre di quest’anno avrà il sangue nelle sue giugulari.

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