il calazio ancora il calazio
come farò domani come farò
a cantare l’insalata con l’occhi
sgranati sopra il piatto
di porcellana palermitana
che mi allontana di fatto
da ogni voglia di falò
come ultima razio
delle mie ultime cose
affettuose
ora dunque vado
poi riferirò
la crisi governa
l’attività dei nervi
guardo le mosche
riconosco i cervi
dentro la materna
estraneità dell’occhio
scopro le fosche
previsioni
del pidocchio
che rompe i coglioni
con rima alterna
tu non c’entri topo
è chi esce al buio
tu entri a caso
respiri a caso
cachi a casomai
ci fosse un buco
che respira il tuo
nel tuo naso
per puro caso
il gatto è invece
dietro un vaso
è uno specchio
un ombrello
guardo l’orecchio
e c’è quello
che per caso
ascolta con l’occhio
il gioiello
che miagola
io ritornerò
e ti farò
topo