IL CUCCHIAINO DELLA DOMENICA (Flat-earthers)

Scoprire che a Bucarest c’è un boulevard di dieci chilometri mezzo intitolato a Cioran e mezzo a Mircea Eliade mi fa stare meglio; altra gradita sorpresa gli involtini di cavolo con carne di pecora e yogurt: due belle consolazioni dopo un volo tanto burrascoso. Per il resto, delizioso afrore di foglie marce un po’ dappertutto. Io però non ho ancora capito la procedura di sicurezza di un volo. Ti imbarcano, stivano i bagagli, chiudono gli sportelli e solo allora il comandante prende la parola per comunicare che non se ne parla di partire. Non si farebbe prima, meglio, e soprattutto più in sicurezza a non imbarcare affatto fino al cessato allarme? Altra cosa poco chiara sono le rotte aeree. L’argomento che i “flat-earthers” tirano più spesso in ballo per dimostrare la loro teoria della terra piatta. Il volo Sidney-Santiago del Cile, per esempio, se fosse fatto tracciando una linea retta nella sfera terrestre (la più breve) sarebbe di 11.500 km e passerebbe per il Pacifico. Quel volo invece fa due scali nel nord America e impiega quasi il doppio senza giustificazione. Immaginando la terra piatta (proprio come una tradizionale mappa geografica in pianta che abbia al suo centro il polo nord) la linea che unisce Sidney-Santiago però passerebbe proprio per il nord America. Il che giustificherebbe quell’inspiegabile allungamento della rotta e i due scali. Con un solo particolare: una mappa geografica in pianta che abbia al suo centro il polo nord, l’unica possibile a rappresentare una terra piatta, non potrebbe materialmente avere un polo sud.

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