IL CUCCHIAINO della domenica: (i fruttariani)

Già la loro categoria mi era piuttosto sospetta, nonostante io accetti allegramente i tempi che cambiano, ma ho sentito una “fruttariana” sostenere addirittura l’insostenibile: che recidere verdura a scopo alimentare è un assassinio, e non meno esecrabile di quello perpetrato sugli animali per lo stesso motivo, dato che posti sul piano etico sono entrambi degli esseri viventi. Non ho potuto fare a meno di rispondere. E le ho scritto. “Mia non cara fruttariana, al di là della sua liberissima scelta, che io ovviamente reputo incomprensibile, immotivata e soprattutto inutile, considero la sua sintesi in malafede: non c’è nulla di etico infatti nel risparmiare un ciuffo di cicoria e niente di non etico nel cibarsene, nulla di etico nel mangiare solo frutta e nulla di non etico nel cibarsi invece anche di carne, e Lei lo sa bene. Lei, sapendo di essere in torto, cerca di fare leva sulla pietas di ognuno nel tentativo di fare proseliti a fini politici. In più lo fa avvalendosi di parole adatte coniate da un’intelligenza storicamente onnivora, la stessa che ha reputato inadatto cibarsi di sola frutta. Lei quindi ruba. Usurpa titoli che non le spettano: abita in una casa e però non vuole pagare l’affitto. Si serva di termini coltivati nel suo frutteto, la prego. Etica, Assassinio, sono parole inappropriate che riguardano esclusivamente – dico esclusivamente – l’attività umana. Sono concetti inapplicabili fuori da questo ambito. La sua affermazione non è meno ridicola della seguente, che Lei certamente non avrebbe mai usato: si stabilisca una pena per chi si ciba di lattuga.”

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