Nei giorni successivi Nicola fu avvicinato da due mercanti, il Gatto delle Navi e la Volpe del Deserto, che si offrirono di trasportare, a condizioni favorevolissime, lui e tutti i ragazzi al di là del Mare su due grandi imbarcazioni. Nicola tentennava, i due mercanti apparivano gentilissimi e loschi al contempo, alcuni fanciulli decisero di non accettare, di restare a vivere in quella città, ma la stragrande maggioranza volle partire, oramai avevano fatto troppo cammino, s’erano spinti troppo in là, l’odissea doveva concludersi, loro dovevano ad ogni costo raggiungere la Terra Santa, Nicola cedette al volere dei più e, fedele ai suoi principî, rimase con loro.
Quel che poi accadde, nessuno di preciso lo sa. Si dice che uno dei vascelli, quello dove si era imbarcato Nicola, abbia fatto naufragio e tutti i passeggeri siano morti annegati. L’altro vascello pare, invece, che approdò realmente in una terra esotica, forse una terra d’Affrica, ma lì i due mercanti, spalleggiati da pretoriani armati, vendettero rapidamente i ragazzi come schiavi a degli intermediari locali che poi provvidero a smistarli presso vari signorotti saraceni. Quale fu la loro effettiva sorte, davvero nessuno lo sa. Forse, la loro salvezza fu di trovare un padrone. Da ragazzi-topi vagabondi delle discariche a ragazzi-muli schiavi del lavoro forzato. Il ciclo s’era chiuso. Nessuno tornò indietro a raccontarcelo.