IL PROFETA DELLE PERIFERIE (21)

 

Anzi, uno ci fu. Dopo tanti anni, infatti, uno di quei ragazzi ormai fattosi adulto ricomparve nella sua città del Profondo Nord. Si trattò, in effetti, di una presunta ricomparsa perché nessuno, in verità, riconobbe realmente nelle fattezze di quell’uomo col viso cotto dal sole e dalle rughe precoci, il dodicenne partito tanto, troppo tempo prima. Sì, molti sostenevano che era proprio uno di quei disgraziati bambini che avevano improvvidamente seguito quel matto, quel giovane sgangherato predicatore, il Profeta delle Periferie, ma almeno altrettanti negavano recisamente che potesse trattarsi veramente di uno di quei piccoli folli.

L’ex ragazzo scoprì, però, il braccio destro dove aveva tatuato la scritta Terra Promessa. Allora, la gente pur ancora dubitosa, ma ansiogena, lo circondò per interrogarlo, però quando lui aprì bocca pronunciò parole che nessuno riuscì ad intendere, forse parole di una lingua sconosciuta o forse parole inventate, sconnesse, meri suoni celesti o infernali. La verità non si poté sapere. Forse, non si doveva sapere. Pervenire in una Terra Santa è forse cosa che può essere divinata, ma di certo non raccontata, dunque non si può fare altro che tacerla…

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