epperò comodamente assicurati ci siano poi rimangano,
anche, – una volta sbattute le cateratte idrauliche degli occhi –
ché il colpo troppo spesso è come
flash sfocato, si ribalta un fuori fuoco
programma
fase
inquadratura
(di bene in meglio): mancata la cosa di bersaglio
epperò comodamente cerca di carpire che deficiono
si impuntano non vanno e mandano a ramingo
ogni progetto – ogni processo poi smentisce il prima
e noi a rincorrere pensando con memoria l’arcano generato,
la stasi onirica, l’ellissi della nascita – ma non vedendo:
anche loro cominciano a rincorrere
siamo carne da cannone nel tuono delle merci
rigogliosa amazzonia di prodotti di commerci
è squallido parlare con gli oggetti specialmente
se questi ti rispondono
siamo sommersi siamo una tempesta di immagini
lo spettacolo (della società) deve CONTINUARE
nel mondo si tratta soprattutto di quello che non si vede
ma noi parliamo solamente di quello che ci fanno vedere
il ritmo della macchina ci muove alluciniamo
azioni e pensieri in libertà ma siamo decisi
continuamente sottostiamo ai nuovi tempi
facciamo venire anche agli alberi le nostre crisi respiratorie
siamo carne da lavoro siamo carne da lavoro
ancora oscuro quello che vogliamo
accumulare è meno faticoso di desiderare
per desiderare bisogna educarsi bisogna educarsi bene
qui non si può godere ci accontentiamo di rinvii
a buon mercato e per mercati avidi e affabili
la rappresentazione della vita squarta i nostri interiori labirinti
qui hanno venduto anche i fantasmi
bisogna continuare come sempre
è scarso il coraggio lo sforzo per cambiare è troppo
per le nostre immaginazioni ingolfate dagli scarti nichel cerio
sfoglie di alluminio silicone che ottura gli interstizi
ossidati componenti della realtà
prova questa oppure l’altra immagine
appiana col sonante tutti i desideri
ma non puoi mai comprare mai raggiungere
l’importo della tua soddisfazione
per sbaglio e solo di momento in momento
ci sentiamo appagati noi illusi
anche demoliti soprattutto
troppo spesso dalle trame indaffarate dei nostri cervelli
*
Non siamo noi il centro del ricamo
la rete che ci unisce non è stata scoperta
le relazioni non le puoi raccontare
il centro che ci unisce è un puro vuoto
il racconto è una trama che si scopre
non puoi trovare il centro della rete
divisa ogni cosa partecipa al ricamo
cospira nell’uno il puro vuoto
tutte le reti raccolgono scoperte
ogni cosa cospira con le altre.