Il colle era passato inosservato. Dopo aver perlustrato zone asciutte ed umide, mai eravamo saliti al Santo. Eppure si diceva che nei paraggi s’erano tirati su embrici e strani lombrichi. Il rusco in quantità non poteva consentire la ricerca, ma sul pianoro, sotto le roverelle, era praticabile. Qui e là, in superficie, spiccavano sottili schegge bruno rossiccio, lucide e pulite. Io, che mi professavo esperta, dissi trattarsi di ceramica sigillata assai rara e che indicava un alto ed avanzato livello produttivo. C’erano pianticelle fresche di alloro che mandavano profumo speziato ad ogni contatto. Era importante non dare a vedere quel cercare con brama e curiosità. Raccogliemmo quindi ogni tanto anche l’alloro non solo la ceramica presunta. Ispezionammo insieme ogni frammento con cura finché non comparve un piccolo marchio fuori antropologia; l’acronimo a lettere maiuscole ETCI .
Scoprimmo subito, in rete, il sito dell’azienda di piattelli da tiro, simil ceramica tardo romana; Estinta Teglia Carne In umido all’alloro.